“La madre di tutte le riforme” per la premier Meloni, un pericoloso stravolgimento della Costituzione per le opposizioni: ecco cosa prevede la riforma del premierato all’esame del Parlamento e come cambierebbe la Costituzione con la sua approvazione. - Elezione diretta del presidente del Consiglio da parte dei cittadini per un mandato di 5 anni, allineato con la durata delle Camere. Per il premier c’è un limite di due mandati consecutivi, tre se ha ricoperto l’incarico per meno di 7 anni e mezzo in totale. Le modalità di elezione del presidente del Consiglio però non sono state stabilite, rinviando a una futura legge elettorale. Ci sarà un premio di maggioranza alla coalizione del premier eletto, ma non è fissata la soglia o se sono previsti eventuali ballottaggi. - Il presidente della Repubblica non nomina più il premier dopo le consultazioni ma gli conferisce solo l’incarico in seguito alle elezioni. Mantiene invece il potere di nomina dei ministri su indicazione del capo del governo. - Se il premier cade, può chiedere due volte la fiducia alle Camere: se non la ottiene si torna a votare. È prevista, però, la possibilità che il capo dello Stato possa affidare l’incarico di governo a un altro parlamentare senza sciogliere le Camere. L’incaricato però deve essere stato candidato in collegamento al premier originariamente eletto, e può succedere solo una volta a legislatura.
- Eliminata anche la possibilità del capo dello Stato di nominare senatori a vita. Gli attuali però manterranno il loro incarico.