Onco Hair, a Brescia il progetto per le donne in chemioterapia

Askanews 2024-06-26

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Milano, 26 giu. (askanews) - Trenta donne che devono affrontare la chemioterapia in seguito alla diagnosi di un cancro al seno avranno a disposizione, all'interno di uno studio clinico, altrettante protesi tricologiche CNC - Capelli Naturali a Contatto. Dopo il progetto attuato presso il Policlinico di Milano, a Brescia è stato avviato Onco Hair 2, nato per supportare le pazienti nel percorso di terapia per il carcinoma alla mammella, che colpisce oltre 55mila persone l'anno. Grazie al sostegno di Fondazione della Comunità Bresciana e alla collaborazione di CRLAB, Komen Italia donerà alle 30 donne incluse nello studio, a cui partecipano Fondazione Poliambulanza, ASST Spedali Civili di Brescia e ASST Garda, un dispositivo medico che è molto di più di una tradizionale parrucca: una protesi del capillizio altamente personalizzata sviluppata da CRLAB."Le pazienti che saranno candidate all'utilizzo del device - ci ha spiegato Alessandra Huscher, presidente del Comitato Lombardia di Komen Italia e responsabile della Breast Unit di Fondazione Poliambulanza Brescia - saranno selezionate secondo dei criteri molto specifici e in base a questo poi candidate all'utilizzo, se accetteranno di entrare nello studio".Il presidio determina sulle pazienti un beneficio misurabile, come riportato in uno studio pilota realizzato da Salute Donna Onlus e condotto presso l'Istituto Nazionale Tumori di Milano. "Il risultato dello studio - ha aggiunto Angelo D'Andrea, amministratore delegato CRLAB - è stato che in una scala da 0 a 30 l'utilizzo della protesi CRLAB è risultato 10 punti superiore, quindi parliamo di qualità della vita. Principale differenza è il poter affrontare la vita in maniera normale senza dover rimuovere questo dispositivo tutte le sere, il dispositivo rimane perfettamente adeso al cuoio capelluto e quindi si può condurre una vita normalissima Da qui ha riscosso sul territorio milanese un importante successo e quindi si è deciso poi di replicare questo progetto anche qui su Brescia".Ma forse ancora più significativo è il racconto che possono fare le persone che hanno realmente usato la protesi durante il periodo della malattia. "Io - ci ha raccontato Milena Ghirardotti, ex paziente oncologica - sono riuscita a avere una vita normalissima, facevo la doccia, andavo in piscina, ho sempre lavorato e mi guardavo allo specchio e riuscivo anche a dimenticarmi di essere ammalata. Le persone che mi ero al fianco non si rendevano conto del percorso che stavo affrontando e devo dire che sono sempre riuscita a guardare le persone dritte negli occhi senza provare sensi di commiserazione nei miei confronti".L'alopecia indotta dalla chemioterapia è considerata dal 47% delle donne l'aspetto più traumatico dell'intero percorso di cure, tanto che l'8% di esse vorrebbe rifiutarle proprio per evitare questa perdita dei capelli.

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