Il nuotatore Manuel Bortuzzo, a due giorni dalla cerimonia inaugurale delle Paralimpiadi di Parigi 2024, in programma alle 20:00 del 28 agosto, ha raccontato in un libro l’evoluzione del suo percorso dal 2019 fino a oggi.
Lo ha fatto all’inaugurazione della quinta edizione dello Sturno Sport Festival (Avellino), organizzata da Agape Sport, in cui è stato invitato per il taglio del nastro e per far conoscere il suo percorso.
Nell’occasione Bortuzzo ha presentato il suo nuovo libro. Dopo l’esordio nella scrittura con Rinascere. L’anno in cui ho ricominciato a vivere, pubblicato da Bur Rizzoli nel 2021, da cui è nato anche un film dal titolo omonimo, Bortuzzo è tornato nelle librerie con Soli nella tempesta. Disciplina e armonia per affrontare le battaglie della vita (Rizzoli).
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Manuel Bortuzzo e il libro “Soli nella tempesta”
Il 3 febbraio del 2019, per uno scambio di persona, il nuotatore venne colpito da un colpo di pistola che gli lesionò il midollo, paralizzandogli metà corpo. Soli nella tempesta racconta quello che da allora è cambiato nella sua vita. Si va dai legami che sono nati, come quello con l’insegnante di pianoforte Fabio Di Marco o quello con l’allenatore Francesco Bonanno, fino ai tatuaggi che ha scelto di farsi fare, come la data in cui è avvenuto quello che lui chiama “incidente” al numero 12, che rappresenta il numero di millimetri per cui si è salvato dalla morte.
Anche il campo televisivo, con la partecipazione al Grande Fratello e altre apparizioni, e quello della moda sono state opportunità che ha deciso di cogliere, seppur sentendo di non appartenere completamente a quel mondo.
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Bortuzzo: «Se ci sto riuscendo io, chiunque può farcela»
«Ho scelto questo titolo perché volevo che si capisse subito a chi dovesse arrivare, ossia a persone che devono attraversare qualcosa nella loro vita», racconta il nuotatore. «Tutti noi affronteremo o abbiamo affrontato una tempesta e a volte ci siamo sentiti soli, quindi io ne ho affrontate parecchie e li le racconto un po' tutte».
«Il libro è un po' il racconto di quello che c'è dietro al percorso di una persona che può arrivare ai suoi successi. Siamo abituati al giorno d'oggi a vedere i risultati dei grandi atleti e sportivi.
Questo libro vuole raccontare invece tutte le difficoltà, proprio per rendere umano il percorso, per far vedere che alla fine nessuno di noi sia chissà quale grande eroe o abbia chissà quale grande superpotere, ma appunto è proprio quello che c'è dietro: la sofferenza, la solitudine, il sacrificio e tante tante difficoltà da superare e poi mi sono detto "va bene, lo racconto perché insomma se ce l'ho fatta e ce la sto facendo io ce la può fare chiunque”».
«Lavoro negli ospedali, con i bambini, nelle scuole, dalle scuole materne fino alle università e quello che racconto poi non è nient'altro che, step by step in base a quello che è stata la mia vita e la mia carriera, cerco di avvicinarli e fargli capire che tutto è possibile ma nel vero senso della parola, perché se ce l'ho fatta e ce la sto facendo io, che non ho superpoteri e non sono un supereroe, ce la può fare chiunque. Quello su cui punto tanto è anche fargli capire che devono provare, a fare le cose, perché se non proveranno non lo sapranno mai, quindi cerco di stimolarli a provare veramente a fare tutto quello che vogliono nella vita»
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Bortuzzo e le Paralimpiadi: «Voglio arrivare a fine gara stanco morto, sapendo di aver dato il massimo»
[caption id="attachment_1264087" align="aligncenter" width="683"] Manuel Bortuzzo alla sfilata Emporio Armaniil 19 settembre 2019 a Milano. (Photo by Daniele Venturelli/Daniele Venturelli/WireImage )[/caption]
Nato a Trieste il 3 maggio del 1999, prima dell’incidente Bortuzzo si allenava al Centro Federale di Ostia, nella stessa piscina in cui si allenano campioni del calibro di Gabriele Detti e Gregorio Paltrinieri. Ora si allena caserma della Polizia di Stato, a Tor Di Quinto. Da quel 3 febbraio ha dovuto affrontare una vera e propria tempesta, è stato costretto a rivedere i suoi piani, a ridefinire la sua esistenza, iniziando a costruire una nuova identità. Partire dal nuoto era estremamente difficile e sentiva troppe pressioni e aspettative dall’esterno.
Per un po’ di tempo il nuoto è rimasto in attesa, fin quando non si è sentito pronto a rimettersi in gioco e affrontare una sfida estremamente difficile: praticare lo stesso sport con un corpo che non ris...