Dal Festival di Venezia agli Oscar. Al secondo Oscar, stavolta come Miglior attrice protagonista dopo quello come non protagonista per Ragazze, interrotte. La stampa internazionale scommette sulla prossima statuetta per Angelina Jolie (che ha vinto anche un Oscar onorario) per Maria di Pablo Larrain. Dopo la proiezione stampa e quella ufficiale, con gli 8 minuti di standing ovation in Sala Grande con le inevitabili e umanissime lacrime dell'attrice, al Lido non si parla altro. Come è diventata la stanca e senza Voce più grande cantante lirica di sempre (ma non anziana: Callas è morta a 53 anni), lo raccontiamo qui. Il film uscirà nei cinema italiani con 01 l'1 gennaio 2025 (in piena Oscar race) e poi sarà in streaming su Netflix che ne ha annunciato l'acquisto subito dopo la proiezione stampa.
Maria (Maria che cerca Callas, ha commentato qualcuno: ed è tragicamente e umanamente vero) racconta gli ipotetici ultimi giorni di vita della Callas. Dentro e fuori i corridoi e le stanze dell'appartamento parigino, tra presente e passato, Voce che non c'è più e dischi/ricordi dei trionfi di un tempo, i domestici/famiglia e i morti che ritornano, giornalisti che ci sono o desiderati. By Pablo Larrain al massimo livello, con Budapest trasformata in Parigi, le scenografie sontuosamente polverose di Guy Hendrix Dyase, gli abiti/accessori veri di Massimo Cantini Parrini, il montaggio mentale ed esistenziale di Sofía Subercaseaux, la fotografia onirica di Ed Lachman, la sceneggiatura magica di Steven Knight. E le ali e lo sguardo di Angelina Jolie, affiancata dai suoi angeli custodi Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher, e dal fantasma Aristotele Onassisi (il somigliatissimo Haluk Bilginer, nato a Smirne come l'originale)...