Il grandissimo Bruno Bozzetto in "La storia del Frank e della Nina” (al cinema): la scena

Style 2024-10-03

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Il suo Signor Rossi non c'è. Ma c'è lui (coi baffetti del Signor Rossi). Bruno Bozzetto, il grande animatore/disegnatore, regista di West and Soda, VIP Mio fratello superuomo, Allegro ma non troppo. Tre film sul Signor Rossi e il live Sotto il ristorante cinese: più infiniti corti, libri e serie tv. Adesso, a 86 anni fa l'attore in La storia del Frank e della Nina di Paola Randi (sua la miniserie Zero, e si vede...). Il film è nei cinema, dopo il passaggio alla Mostra del Cinema di Venezia. In una Milano di periferia dove l'urbanistica è co-protagonista e l'idea di "pitturare" il bianco e nero è davvero bella, si muovono (corrono, "volano") Frank (Samuele Tenaggi, visto in Rapito), la Nina (Ludovica Nasti, la Lila bambina di L'amica geniale) e Gollum (Gabriele Monti). Che poi sarebbe il writer/narratore senza voce a cui si inceppano le parole: a QT8, l'hanno ribattezzato come il mostro del Signore degli anelli. Nina lo fotografa e lo trova bello. Frank si innamora di Nina che ha una bambina, un marito violento e vuole prendere il diploma di terza media... Location/set: le case popolari Gescal a Sesto San Giovanni, la stazione Sesto San Giovanni e Porta Garibaldi. La stazione centrale, le ex acciaierie Falk, il Politecnico, QT8, San Siro, Idroscalo.
La regista lo definisce «un romanzo di formazione per sognatori, con tre protagonisti quasi adulti. E Milano, che è fatta a cerchi. Oltre la cerchia esterna ci sono le cittadine da cui provengono i pendolari. Cioè quelli che la mattina si alzano e vanno a nutrire il centro, come un cuore che batte e viene alimentato e cresce. Dalla Circonvallazione esterna i grattacieli futuristici del centro appaiono in lontananza come un miraggio. Qualcosa di vicino e lontanissimo allo stesso tempo, qualcosa che se allunghi la mano da un tetto della Gescal ti pare quasi di toccarla. Sono mondi particolari, le cerchie esterne, atipiche, fatte di gente che lavora, di amici, di ragazzi con la loro voglia di esistere nonostante tutto. Di gente che è emigrata in cerca di un futuro migliore. I nipoti di quelli della banda dell’Ortica, o del Cerutti Gino cantati da Jannacci e Gaber, o della Mala di Strehler, Carpi e Dario Fo». E del Signor Rossi, aggiungiamo noi.

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