Un gol da re: William esulta per la vittoria storica dell'Aston Villa in Champions League

IO DONNA 2024-10-03

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Non è facile resistere a una passione viscerale, specialmente quando quel sentimento è condiviso con migliaia di persone all'unisono. Ed essere dei futuri re non è minimamente d'aiuto. Quando la tua squadra del cuore vince inaspettatamente al termine di una gara sofferta e tiratissima, la gioia prevale su tutto. È così che il principe William si è ritrovato a festeggiare il successo del "suo" amatissimo Aston Villa, che tornava a giocare una gara casalinga in Champions League, massimo torneo calcistico europeo, dopo ben 41 anni di assenza.

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Il ritorno in Champions dell'Aston Villa
E non si trattava di una partita qualunque. Perché la formazione di Birmingham aveva di fronte il Bayern Monaco. Un ricordo dolcissimo per i supporter più scafati, visto che il 26 maggio 1982, poche settimane prima che Lady Diana desse alla luce il piccolo William, l'Aston Villa andò a vincere la sua unica Coppa dei Campioni proprio contro i bavaresi. Il risultato? 1-0, lo stesso fatto registrare dal club inglese 42 anni dopo. Incroci del destino ai quali il principe non poteva mancare.

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Il principe William e la foto ricordo
Quelli dell'Aston Villa avevano pensato a tutto, arrivando a esporre il trofeo vinto negli Anni '80 nel tunnel degli spogliatoi. Celebrazione sì, ma anche un pizzico di scherno verso gli avversari. Scintille calcistiche, nulla di più. Il principe ne ha approfittato immediatamente per una foto ricordo con la coppa e con alcuni di quegli ex giocatori che hanno fatto la storia del club in quel periodo. Davanti ai suoi "eroi", William è tornato bambino. Non più l'erede al trono della monarchia britannica, ma il giovanissimo tifoso cresciuto ascoltando le storie di chi quel trionfo l'ha vissuto, convincendolo a scegliere i Villans come sua squadra del cuore.

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Sofferenza e gioia sugli spalti
E, dunque, eccolo il futuro re sugli spalti di un Villa Park gremito di supporter e ruggente di entusiasmo, mentre si appoggia con i gomiti sulle gambe, sporto in avanti verso il terreno di gioco. La partita è dura, il Bayern è una corazzata. Il principe soffre, si porta le mani al viso e digrigna i denti per la tensione. Urla e si lamenta per delle decisioni arbitrali che non lo soddisfano o per delle occasioni mancate dalla sua squadra. Poi, al 79esimo minuto, si lascia andare. L'attacante colombiano Jhon Durán, appena 20 anni, supera con un tocco morbido e preciso l'improvvido ed espertissimo portiere teutonico Neuer, uscito dai pali senza una reale ragione. Ed è gol.

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Tutto lo stadio festeggia, il principe si adegua e fa lo stesso. Gli ultimi minuti sono una sofferenza, i bavaresi attaccano e vanno vicini al pareggio. Ma il "fortino" porpora-celeste tiene fino al triplice fischio. Per il delirio generale, compreso quello del reale, che è arrivato a dichiarare: «Ho perso la voce, non ci posso credere: 42 anni». D'altronde, davanti a una passione così grande, non c'è protocollo che tenga.

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