A scuola si cambia, stop ai cellulari in classe e ritorno al diario cartaceo
Ospite in collegamento Mario Rusconi, Presidente "ANM Lazio"
Il cambiamento che ha scatenato più polemiche sul fronte scuola, introdotto ufficialmente dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, riguarda lo stop ai cellulari in classe. Con una circolare, il dicastero guidato da Valditara, ha imposto il divieto assoluto di utilizzo dei cellulari in classe, anche per fini educativi e didattici, per tutti gli alunni, dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola media. Fanno eccezione solo i casi previsti dal Piano Educativo Individualizzato o dal Piano Didattico Personalizzato, per sostenere gli alunni con disabilità, disturbi specifici dell’apprendimento o altre condizioni personali documentate.
In merito all’utilizzo di computer e tablet, la circolare precisa che saranno consentiti esclusivamente a scopo didattico e sotto la supervisione dei docenti. Su questo fronte, però, gli insegnanti avevano già anticipato il lavoro: è l'ultimo sondaggio di Skuola.net ad evidenziare come alle scuole medie, il bando ai cellulari è radicato da tempo; nella stragrande maggioranza delle scuole c’è già una regolamentazione scritta che norma l’uso degli smartphone.
Ma questa non è l'unica novità: a quanto pare si torna ad utilizzare diari e agende personali per scrivere i compiti a casa e le comunicazioni, accanto al già consolidato registro elettronico. Assegnare i compiti solo tramite il registro elettronico, comporta spesso che gli alunni consultino il registro attraverso pc, smartphone e tablet, spesso con la mediazione dei genitori. Il ritorno (anche) al cartaceo è voluto per promuovere, fin dai primi anni della scuola primaria e proseguendo alle medie, lo sviluppo di un’autonomia nella gestione degli impegni scolastici, senza dipendere necessariamente dal registro elettronico. Per il ministero dell’Istruzione si tratta di un tentativo di bilanciare l’uso delle tecnologie con lo sviluppo di competenze personali essenziali.
Anno scolastico 2024/25: saremo ancora alle prese col precariato?
Novità importanti che riguardano l'ampia platea degli alunni, ma per quanto riguarda il corpo docenti (e presidi)? Saremo, anche quest'anno, alle prese con supplenze, carenza di organico, precariato?
"Dobbiamo fare una precisazione importante - ha sottolineato Mario Rusconi - ogni anno vanno in pensione 40mila docenti, che vanno chiaramente sostituiti; poi consideriamo che per anni non sono stati fatti concorsi, solo ultimamente possiamo dire che la macchina ha ricominciato a muoversi. Ma è chiaro che il problema del precariato non si risolve velocemente, anzi probabilmente lo porteremo con noi ancora per un po'. La macchina della burocrazia, in ultimo, non è così facile da sbloccare".
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