È la sua storia, quella che racconta Leggere Lolita a Teheran. Azar Nafisi, nel film nei cinema, è interpretata da Golshifteh Farahani (insieme nella foto). Iraniana come lei. E come lei, esule dal suo Paese. Ma se Azar, tornata in Iran dopo la rivoluzione islamica del 1978/79, ha poi deciso da sola (con molte fatiche, private e burocratiche) di andarsene, l'attrice e produttrice è persona non grata da quando ha accettato di lavorare col "Satana occidentale".
Nafisi ha pubblicato il suo libro nel 2004 (in Italia, con Adelphi). Adesso il suo Leggere Lolita a Teheran è diventato uno splendido film diretto dal regista israeliano Eran Riklis. È stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e adesso è nei cinema. Racconta la vera storia della scrittrice iraniana, professoressa all'Università di Teheran che dopo la Rivoluzione vede man mano crescere la pressione dei fondamentalisti. Come forma di resistenza decide di accogliere sette studentesse segretamente a casa sua per leggere con loro dei classici occidentali.
La scrittrice (risiede negli USA), a proposito del movimento Donna Vita Libertà che oggi lotta per i diritti delle donne in Iran, ha detto: «Non è solo una battaglia politica, è una battaglia esistenziale. Il regime chiede alle donne di rinunciare alla loro identità come esseri umani. E le donne in Iran vogliono riappropriarsi di questa identità, quando vanno nelle strade sono unite, cantano insieme, danzano insieme. Ma le iraniane a volte si sentono isolate dal mondo, perché ci si focalizza solo sul regime, non sul vero Iran». La protagonista Golshifteh Farahani, appartenente a una famiglia di artisti, vive ormai a Parigi: il regime la considera "venduta all'Occidente" da quando ha interpretato Nessuna verità, con Leonardo DiCaprio e Russell Crowe. Accanto a lei, nel film, ci sono altre splendide attrici: tra queste, Zar Amir e Mina Kavani. Ha detto Farahani, anche produttrice: «Se non vediamo più una cosa sui media non vuol dire che sia finita. Oggi si parla solo della guerra in Medioriente ma questo non vuol dire che il combattimento delle donne iraniane non prosegua. La gente continua ad essere imprigionata, ogni giorno ci sono delle esecuzioni, ma la battaglia è costante, ci vuole del tempo, la libertà costa cara. Bisogna continuare». È stata lei a diffondere sui social il video della studentessa arrestata a Teheran dopo aver girato in intimo nel campus universitario...