La Corea del Sud si trova al centro di una tempesta politica senza precedenti, almeno nella fase democratica. Pochi giorni fa, il presidente Yoon Suk-yeol ha scosso il Paese con un’incredibile mossa: la dichiarazione della legge marziale. Solo poche ore dopo, però, è stato costretto a ritirarla, in seguito a imponenti proteste di piazza e dure critiche ricevute anche dal Partito del potere popolare, di cui lui stesso fa parte. La scelta del presidente è arrivata in risposta al crescente malcontento popolare, alimentato da scandali che coinvolgono lui e sua moglie, Kim Keon-hee. Un caso in particolare ha catturato l’attenzione: il "regalo" di una borsa Dior, che ha scatenato una serie di reazioni politiche e sociali.
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La Lady Dior che ha avviato la crisi
Il 2022 ha visto Kim Keon-hee, First Lady della Corea del Sud, al centro di un tumulto mediatico. La causa? Una pochette in pelle Lady Dior dal valore di 2.200 dollari ricevuta da un pastore coreano-americano, Choi Jae-young, che lei avrebbe richiesto in cambio di un incontro. Una vicenda che ha sollevato grandi polemiche, poiché le leggi coreane vietano ai funzionari pubblici e ai loro familiari di ricevere regali superiori al milione di won, circa 670 euro. Il video che riprendeva il momento della consegna, realizzato di nascosto da Choi, ha infiammato le discussioni e accelerato la perdita di consensi del presidente Yoon.
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Un "regalo" diventato una bomba politica in Corea del Sud
La borsa Dior è diventata il simbolo di una crescente ondata di discredito nei confronti della First Lady. In un primo momento, il presidente Yoon ha evitato di commentare la questione, poi ha tentato di difendere sua moglie, definendo l’intera vicenda una «persecuzione politica». Parole che hanno fatto esplodere l’indignazione pubblica. La Corea del Sud, infatti, ha un’alta sensibilità verso i temi della corruzione e della moralità politica, e il video diffuso ha alimentato il sospetto che Kim stesse abusando della sua posizione. Anche se la First Lady non ha rilasciato dichiarazioni, l’onda di critiche ha messo in seria difficoltà il presidente.
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Le accuse che non danno tregua al presidente
La vicenda della borsa Dior si inserisce in un contesto già carico di tensioni. Kim Keon-hee era già sotto accusa per altri scandali, tra cui presunti casi di plagio nella sua carriera accademica e di manipolazione del mercato azionario. Non solo: il passato di sua madre, coinvolta in un caso di falsificazione di documenti, ha ulteriormente minato l’immagine della famiglia presidenziale. In questo scenario, la borsa Dior è diventata l'ultimo capitolo di una lunga serie di scandali che hanno messo a dura prova la leadership del presidente Yoon.
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La legge marziale in Corea del Sud
Negli ultimi mesi, il partito del presidente ha perso la maggioranza in parlamento e ora fa fatica ad approvare le misure presentate in aule. Così, lo scorso 3 dicembre, in un momento di massima tensione, Yoon ha proclamato la legge marziale in risposta a un crescente movimento di opposizione che stava sfidando la sua autorità. L’intervento militare, che ha visto l’esercito prendere il controllo di edifici governativi, è durato solo poche ore, ma le sue conseguenze politiche sono state devastanti. Questo atto ha sollevato accuse di abuso di potere, alimentando le richieste di impeachment. In un clima già rovente, l’imposizione della legge marziale ha rappresentato un tentativo di reprimere le voci dissidenti, ma ha avuto l'effetto opposto, acutizzando la crisi politica.
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Il futuro di Yoon e Kim Keon-hee
Le polemiche legate alla borsa Dior e alla legge marziale sono solo l'ultimo capitolo di un periodo turbolento per la Corea del Sud. La popolarità di Yoon ha toccato il suo minimo storico, sotto il 20%. Le accuse nei confronti della sua amministrazione non accennano a placarsi, e la figura della First Lady continua a essere oggetto di controversie. Insomma, da una borsetta "proibita" alla rovina politica, il passo è davvero breve.