(askanews) - E' un giovane uomo pieno di vitalità, un rivoluzionario, coltissimo, fragile e ribelle allo stesso tempo, il poeta che Sergio Rubini porta in tv con "Leopardi - Il poeta dell'infinito". La miniserie in onda il 7 e l'8 gennaio su Rai 1, interpretata da Leonardo Maltese, offre un ritratto inedito del genio in grado di incendiare con i suoi versi non soltanto passioni amorose ma anche ideali politici.
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Rubini racconta un uomo libero che ha sfidato il suo tempo, l'invasore austriaco, la Chiesa e gli stessi fondatori del nascente stato italiano. Un filosofo, che amava l'uomo, prima delle masse. "Se penso al transumanesimo di Musk, penso invece a Leopardi che controbatte sempre l'uomo, il singolo. - ha detto il regista - Non possono esserci masse felici che prescindano da individui felici. Ha sempre messo al centro l'umanesimo, l'uomo, il singolo e la bellezza e la libertà".
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Libertà di pensiero che ancora oggi, secondo Rubini, non può essere ingabbiata: "L'hanno fatto diventare un nichilista, un pessimista, la sinistra l'ha tirato a sinistra, la destra l'ha tirato a destra. Invece il pensiero di Leopardi è un pensiero libero, non assoggettabile a nessuna parrocchia".