Tutti fuori dall'Aula Magna durante l'intervento della rappresentante del governo: i magistrati del distretto giudiziario di Milano hanno aderito all'iniziativa di protesta lanciata dall'Anm per protestare contro la riforma costituzionale che introduce la separazione delle carriere. La protesta, come da programma, è scattata non appena Monica Sarti, capo dell'Ispettorato generale del Ministero della Giustizia, è salita sul palco dell'Aula Magna per il suo intervento istituzionale. Le toghe presenti hanno abbandonato l'aula, riversandosi nell'atrio centrale del Palazzo di Giustizia con una coccarda tricolore al petto e una copia della Costituzione in mano. Tra i primi a uscire, Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano, e altri capi degli uffici del distretto. Le toghe si sono riunite nel grande atrio del Palazzo di Giustizia alzando la costituzione al cielo. «Prima di essere il presidente del Tribunale sono un magistrato e prima ancora un cittadino. Come cittadino sono preoccupato per questa riforma perché crea un corpo di pubblici ministeri che costituisce di fatto un quarto potere dello Stato non controllato da nessun altro» ha sostenuto il presidente del Tribunale Fabio Roia, spiegando ai cronisti il perché della sua partecipazione alla protesta dei magistrati che hanno abbandonato la cerimonia di inaugurazione dell'Anno giudiziario. «Già oggi il ministro dice che il pubblico ministero è un organo troppo potente - ha aggiunto -. Con questa riforma lo diventa ancora di più, diventa un qualcosa di ibrido che necessariamente dovrà essere poi controllato dal potere esecutivo»