La potenza di "Io sono ancora qui": un sorriso contro la dittatura. La clip esclusiva del film

AMICA 2025-01-29

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Molti di quelli che l'hanno visto alla Mostra del Cinema di Venezia 2024, dove ha vinto il Premio Osella per la migliore sceneggiatura, Io sono ancora qui di Walter Salles era il più bel film in concorso. Non stupisce, quindi, che, fra poco più di un mese, la pellicola brasiliana si giocherà l'Oscar in tre categorie importantissime: Miglior Film, Miglior attrice pritagonista con Fernanda Torres e Miglior Film Internazionale.
Quando e perché vedere "Io sono ancora qui"
Qui vi proponiamo una clip in anteprima e in escluisva del film che racconta una storia vera. E poco conosciuta. Perché se le dittature militari sudamericane sono tristemente famose, di quella brasiliana si è sempre parlato molto poco. Fino a questo film di Walter Salles. Già dietro la macchina da presa di pellicole bellissime (e premiatissime) come Central do Brasil (1998, curiosità: la protagonista di quel film, Fernanda Montenegro, candidata anche lei all'Oscar, è la vera mamma di Fernanda Torres), e I diari della motocicletta (2004).

Il video che vedete qui sopra non è casuale. Perché quello che rimane negli occhi, dopo aver visto Io sono ancora qui, è il sorriso di Eunice Paiva, portata sullo schermo da una meravigliosa Fernanda Torres, già vincitrice del Golden Globe 2025 come Miglior attrice drammatica. La pellicola arriva nelle nostre sale il 30 gennaio: è da non perdere!
La trama di "Io sono ancora qui"
Rio de Janeiro, 1971. Il Brasile vive nella morsa della dittatura militare. La famiglia Paiva vive nell’unico modo possibile per resistere al clima di oppressione che aleggia sul paese: con ironia e affetto, condividendo la quotidianità con amici e parenti. Ma un giorno, i Paiva si ritrovano vittime di un’azione violenta e arbitraria da parte del governo: Eunice (Fernanda Torres) resta d’improvviso senza suo marito Rubens (Selton Mello), sola e con cinque figli, costretta a reinventarsi per proteggere i suoi cari e disegnare un futuro diverso da quello che la società le prospetta.
Il legame personale di Walter Salles con i protagonisti della storia
A 12 anni dal suo ultimo lungometraggio, Walter Salles torna nel suo Brasile per girare una storia per lui molto personale. «Quando ho letto il memoir Sono ancora qui di Marcelo Rubens Paiva, sono rimasto profondamente commosso. Per la prima volta, la storia dei desaparecidos, delle persone strappate dalle loro vite per mano della dittatura brasiliana, era raccontata dalla prospettiva di coloro che vengono privati di una persona cara», inizia a raccontare il regista.

«Nell’esperienza di una donna – Eunice Paiva, madre di cinque figli – c’era al tempo stesso la testimonianza di come sopravvivere a una perdita e l’immagine speculare di una ferita inflitta a un’intera nazione. Era anche una storia personale: conoscevo quella famiglia ed ero amico dei figli Paiva. La loro casa resta indelebilmente impressa nella mia memoria. Nei sette anni che abbiamo impiegato per realizzare Io sono ancora qui, la vita in Brasile ha compiuto una virata avvicinandosi pericolosamente a quel passato. E questo fatto ha reso più che mai urgente il racconto di quella storia».

Io sono ancora qui è stato primo al box office brasiliano per settimane.

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