Alon-Lee Green, codirettore di Standing Together dice: «Questo governo non rappresenta la maggioranza di Israele. L'80% della popolazione vuole fermare la guerra, trovare un accordo per il rilascio degli ostaggi, e invece loro mandano altri soldati a Gaza. Vediamo anche quanti si rifiutano di tornare a Gaza da soldati e credo che sia per questo che usano la violenza politica e la polizia per ridurre la nostra capacità di protestare».
Dopo la manifestazione di giovedì sera a Tel Aviv, i dimostranti per la pace sono arrivati anche al confine fra Israele e Gaza: alcune centinaia si sono raccolte a Shaar HaNegev vicino a Sderot al confine settentrionale della Striscia per chiedere la fine del conflitto. Con immagini di bambini palestinesi uccisi, ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas e slogan e cartelli contro il premier Benjamin Netanyahu.
Giovedì 22 maggio, a Tel Aviv si era tenuta una manifestazione per chiedere al governo israeliano di porre fine alla guerra a Gaza, di liberare gli ostaggi ancora tenuti da Hamas e di indire elezioni in Israele. «Come discendenti dei sopravvissuti all'Olocausto, non possiamo chiudere un occhio quando i bambini muoiono di fame», ha affermato Ami Dror, un manifestante di Tel Aviv. Inoltre accusano che i continui raid su Gaza mettono a ulteriore rischio la vita degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas.
Le proteste non hanno fermato i bombardamenti ordinati da Netanyahu sulla Striscia, con vittime civili di tutte le età.