La donna che, ogni martedì, sale in vetta per scegliersi un amante Solo per una notte è la stessa che, tutti gli altri giorni, accudisce con devozione il figlio disabile, già adulto. Lo schema sembra oliato ed efficiente. Finché non si inceppa. Al cinema dal 12 dicembre, il primo lungometraggio di Maxime Rappaz è il racconto dell'emancipazione, luminosa e sofferta, di una donna dal proprio ruolo di madre. Un melodramma rarefatto che si regge tutto sulla figura esile ed elegante della protagonista, Jeanne Balibar.
[caption id="attachment_2465117" align="aligncenter" width="1024"] Jeanne Balibar (Claudine) con Pierre-Antoine Dubey che interpreta suo figlio Baptiste (Golden Egg Production)[/caption]
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Una clip dal film Solo per una notte
Nella clip la vediamo mentre rientra da una delle sue fughe: indosso ha ancora l'abito bianco, sempre lo stesso, che sceglie di vestire nella nicchia libertina che settimanalmente si concede di abitare. Si ferma sulla porta, ad ascoltare il figlio che strimpella al pianoforte. Lo sguardo commosso, gli sorride e gli consegna un'immagine di Lady D, idolo del ragazzo. E poi, in paesaggio montano estivo e malinconico, torna con lui alla vita di sempre.
La trama del film
Claudine è quasi un'asceta: tutti i santi giorni è la madre paziente e ossequiosa di un giovane uomo disabile: lo accudisce a casa, dove lavora come sarta. Solo il martedì prende il treno e va lontano.
Oltre la diga della Grande-Dixence c'è un hotel dove un concierge complice le indica ogni volta l'uomo più di passaggio di tutti. Un fiorentino oggi, un inglese la settimana prossima. Claudine propone uno scambio educato di battute incentrate sul Paese d'origine del forestiero: le serviranno come materia prima per scrivere lettere fittizie inviate al figlio da un padre assente. E li invita a salire nella loro camera con lei. Consuma un amplesso, ringrazia e se ne va.
Per un tempo imprecisato, tutto scivola via liscio, come il treno che ogni volta la riporta a valle. Finché un tedesco, un ingegnere idroelettrico non decide inaspettatamente di prolungare il suo soggiorno. E riesce a rompere lo schema di Claudine. Il suo quotidiano a orologeria che, fino a quel momento, le aveva impedito l'accesso allo stato di felicità.
La devozione della madre di un disabile, il desiderio di una donna matura
«Volevo ritrarre una donna in quel momento cruciale della vita in cui il tempo che si ha ancora da vivere è più breve rispetto al tempo già trascorso. Il momento cruciale - che può sorprenderci - in cui, più che mai, possiamo sentire il bisogno di fare un cambiamento nella nostra vita». Così il regista, classe 1986, racconta il soggetto del suo film. Per farlo sceglie una madre, per di più madre di un ragazzo disabile che la incatena a sé senza commiserazione, ma dipendente da lei ora e a tempo indeterminato.
Claudine è l’emblema delle tante donne che si caricano del ruolo di caregiver al punto da isolarsi dal resto del mondo. Pure, si concede di esprimere dei bisogni che esulano il ruolo: si prende strenuamente cura della propria bellezza. E si concede di andarsene in montagna e fare sesso tutte le settimane. Uno schema organizzato, perfetto, gelido. Ma Claudine gelida non è affatto, ed è destinata a sciogliersi come neve al sole, ma con esiti che non sono quelli più prevedibili.
[caption id="attachment_2465121" align="aligncenter" width="1024"] Jeanne Balibar (Claudine) cammina sulla diga nel film "Solo per una notte" (Golden Egg Production)[/caption]
L'ambientazione simbolica
Rappaz sceglie per il suo film un'ambientazione simbolica, sublimata: Claudine conduce una vita quotidiana a valle con suo figlio e il suo lavoro da sarta, e poi fugge in montagna. Qui si comporta da donna disinibita proprio al cospetto di una diga vertiginosa, dietro la quale «ci sono 100milioni di metri cubi d'acqua che potrebbero travolgerci», come le ricorda il suo amante.
La storia è ambientata nel 1997, nell'estate in cui morì la principessa Diana, che il figlio di Claudine adora. Ma la scelta del periodo storico, non ancora pervaso dai moderni mezzi di comunicazione, è soprattutto estetica: la cornice esatta per i personaggi messi in scena. Come ha spiegato il regista «non riuscivo ad immaginarli intenti a usare telefoni cellulari».
[caption id="attachment_2465140" align="aligncenter" width="1024"] Jeanne Balibar (Claudine) con Thomas Sarbacher che interpreta Michael, uno dei suoi amanti (Golden Egg Production)[/caption]
Il cast: la protagonista è Jeanne Balibar
Solo per una notte si fonda sulla recitazione misurata di Jeanne Balibar e sulla sua bellezza allo stesso tempo algida e ribollente, discreta e sensuale. Parigina, 56 anni, figl...