«Per le prenotazioni di tavoli con più di otto persone tratteniamo 40 euro a persona se non c'è disdetta». Alla fine di ottobre aveva fatto scalpore la decisione dei titolari del ristorante la Sangiovesa di Santarcangelo, e all’inizio di novembre, la titolare Cristina Maggioli conferma che è tutto vero e che allo sfogo pubblicato con un post su Facebook è corrisposto il cambio di passo vero e proprio. I soldi vengono trattenuti grazie ai dati della carta di credito che vengono richiesti a chi prenota tavoli con parecchi coperti per prevenire il fenomeno del «no show»: consiste nel prenotare senza preoccuparsi di avvisare i ristoratori di un eventuale ed imprevista assenza. Non è un caso, perché capita sempre più spesso di disdire la prenotazione di un tavolo in un ristorante o in un qualsiasi locale pubblico in anticipo e sentire il ristoratore ringraziare con sincero slancio per aver fatto il minimo sindacale, ovvero preavvisarlo della propria assenza per permettergli di dare ad altri il tavolo precedentemente impegnato. L’abitudine, sempre più diffusa, non danneggia solo i ristoratori ma è anche un dispetto ai clienti che invece avrebbero mantenuto la «promessa». A convincere i titolari de «La Sangiovesa» a prendere provvedimenti erano stati i tanti tavoli vuoti inaspettati in un sabato sera di inizio autunno, quando venti clienti non si erano presentati lasciandoli senza commensali, dopo che i ristoratori avevano rifiutato le prenotazioni di altre persone perché sold out.