Tacchi vertiginosi, cappelli iconici, silenzi calibrati. Melania Trump torna sotto i riflettori con Melania, il documentario che Amazon lancerà nelle sale il 30 gennaio e che promette uno sguardo “senza precedenti” sui venti giorni che hanno preceduto la rielezione di Trump nel 2025. Venti giorni che, per l'ex modella slovena diventata First Lady, rappresentano «un momento raro e decisivo», da raccontare con «cura, integrità e rigore». Il trailer, diffuso in esclusiva da Fox News e poi rilanciato sui social dalla stessa Melania, ha già fatto discutere su come si svilupperà il docufilm. L’apertura è cinematografica: lei, avvolta in un cappello a tesa larga nel Capitol Rotunda, guarda in camera e sussurra: «Here we go again».
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Melania, dietro le quinte del potere
Il film segue Melania tra Casa Bianca, Mar-a-Lago e Trump Tower, mostrandola mentre assiste Donald Trump nella preparazione dei discorsi e nella gestione di incontri riservati. In una delle scene più commentate, il presidente afferma: «Il mio lascito più grande sarà quello di pacificatore», mentre lei completa la frase: «Peacemaker and unifier». Una coppia in sintonia, almeno davanti all’obiettivo. L’operazione è ambiziosa anche dal punto di vista industriale: il lungometraggio diretto da Brett Ratner – regista discusso dopo le accuse di molestie sessuali mosse nei suoi confronti nel 2017 – è costato 40 milioni di dollari ad Amazon.
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Regina del silenzio
Melania Trump, del resto, ha sempre costruito la sua immagine sull’enigma. Riservata, misurata, spesso distante dalle battaglie verbali del marito, ha fatto del silenzio una forma di potere. Questo documentario sembra voler ribaltare quella narrazione, offrendo finalmente la sua versione dei fatti. Ma è davvero così? O siamo di fronte a un’operazione di immagine perfettamente controllata e costruita? I social si dividono: c’è chi esalta la sua eleganza e chi parla apertamente di grift, di propaganda travestita da cinema.
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Moda, politica e storytelling
Dal punto di vista visivo, il trailer strizza l’occhio alle grandi serie sul potere, da Succession a The Crown. La fotografia è patinata, il ritmo solenne, la colonna sonora studiata per creare tensione. È il linguaggio dello streaming che incontra la politica, trasformando la First Lady in un personaggio seriale. Che piaccia o meno, Melania intercetta una domanda contemporanea: capire cosa c’è dietro la facciata delle donne che abitano il potere. Resta da capire se questo racconto sarà una possibile rivelazione autentica o solo un’altra, impeccabile messa in scena.