Per anni il tradimento è stato raccontato come inevitabile, quasi fisiologico. Il grande cliché delle storie d’amore finite male, narrato nelle canzoni, nei film e nell’arte. Negli ultimi anni è stato analizzato come impulso, come sintomo di insofferenza verso la monogamia e la relazione chiusa: compreso, normalizzato, accolto nell’immaginario collettivo. Eppure qualcosa sta cambiando. In Italia, almeno, sembra tornare il desiderio di legami stabili e relazioni esclusive. Dopo aver detenuto per anni il primato europeo dell’infedeltà – con un picco del 45% nel 2022 – oggi il trend si inverte. Almeno a quanto pare dai dati rilasciati dall'Osservatorio Italiano sull’Infedeltà 2025.
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L’infedeltà non piace più agli italiani
A fotografare questo cambiamento è l’Osservatorio Italiano sull’Infedeltà 2025, realizzato da YouGov e promosso da Gleeden. Su un campione di oltre 1.500 persone tra i 18 e i 65 anni, emerge un dato netto: il tasso di infedeltà è calato dell’11% rispetto al 2022. Un’inversione significativa per un Paese storicamente poco fedele. Il nuovo “life goal” sentimentale sembra essere la relazione stabile, non più vissuta come una rinuncia, ma come un punto di equilibrio in un contesto sociale percepito come sempre più instabile.
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La Gen Z sorprende tutti
La vera svolta arriva dai più giovani. Sei italiani su dieci indicano la relazione stabile come obiettivo principale della propria vita sentimentale, ma tra i ragazzi della Gen Z la percentuale sale al 64%. In un’epoca segnata da crisi economiche, climatiche e identitarie, l’amore esclusivo diventa una forma di sicurezza emotiva. Il 73% crede che l’amore esclusivo sia ancora possibile, quasi la metà considera la monogamia una condizione naturale e oltre l’80% ritiene realistico essere fedeli alla stessa persona per tutta la vita. Tra i giovanissimi, questa convinzione arriva all’88%.
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Poliamore? No, grazie
Nonostante il dibattito pubblico sembri andare in tutt’altra direzione, gli italiani restano prudenti verso le relazioni non convenzionali. Solo una persona su tre trova accettabile frequentare più partner contemporaneamente, mentre solo una su cinque considera accettabile una relazione poliamorosa. Resta però una contraddizione di fondo: quasi metà del campione ritiene possibile tradire pur essendo innamorati. Segno che la fedeltà, per molti, è ancora un ideale più che una certezza assoluta.
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La relazione all'italiana, ci sono delle regole?
Stabilire quando una frequentazione diventa una relazione non è semplice, ma per gli italiani esistono ancora punti simbolici chiari. Per il 28% bastano dai tre ai cinque appuntamenti per passare all’esclusività; per il 19% ne servono da cinque a dieci, soprattutto tra i più giovani. Anche il sesso segue tempistiche simili: per molti, il primo rapporto segna il confine tra una storia indefinita e una relazione vera e propria.
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Che cos’è (davvero) tradimento
Una volta stabilita l’esclusività, la tolleranza verso l’infedeltà cala drasticamente. Solo il 14% la considera “comprensibile” in casi particolari. Cresce anche il numero di comportamenti ritenuti tradimento a tutti gli effetti. Non solo rapporti sessuali completi o occasionali, ma anche baci, sexting e flirt espliciti vengono oggi letti come segnali inequivocabili di infedeltà, molto più che in passato. Un ritorno a confini più netti, almeno sul piano delle regole condivise.