pubblicato lunedì 4 aprile 2011
Nell’ambito del progetto Dogana. Giovani idee in transito, il nuovo concept multidisciplinare interamente dedicato alle realtà creative emergenti, inaugura con una performance pittorico-sensoriale la mostra Out of Body Experience del giovane ed eclettico artista genovese Matteo Forli, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Analysis Vj.
Nome d’arte che sintetizza tutta la sua poetica: il VJ è infatti l’artista-performer che mixa dal vivo, realizzando in simultanea uno show fatto di effetti visivi realizzati anche questi mediante il mixaggio di spezzoni video, diapositive, laser o altro, a ritmo di musica. L’utilizzo del termine Analysis, invece, è giustificato dalla maniera di operare dell’artista, che effettua vere e proprie analisi grafico-percettive della realtà che lo circonda.
Talento poliedrico, Matteo ha sempre fatto della contaminazione tra grafica e suono il suo cavallo di battaglia. Di formazione accademica, abbandona presto le tecniche tradizionali, per muoversi con metodo all'interno di contesti sperimentali e post moderni, utilizzando una forma di comunicazione all'avanguardia, nella quale coesistono con logico equilibrio musica e segno, ritmo costante e pause di riflessione.
E proprio con questa performance che il percorso di Matteo raggiunge la sua forma di espressione più riuscita: dimostrando una coerente padronanza tecnica e di espressione, l’artista-Vj si e’esibito in un happening durante il quale l’action painting ha incontrato la manipolazione digitale, al fine di ottenere un prodotto artistico conseguito attraverso l’uso del colore e del segno, coaudiuvati da proiezioni audiovisive e dal simultaneo intervento di giradischi e mixer.
Il risultato di questa esperienza è la mostra dall’omonimo titolo, ovvero un’ottima opportunità per riflettere sopra le tendenze dello sviluppo dell’arte di qualità in rapporto con la tecnologia ed i nuovi media e per ragionare sui mutamenti in atto nella nozione stessa di arte in seguito all’incremento del nostro "potere di azione sulle cose”, così come lo definì lo scrittore Paul Valery: l’attuale diffusione di nuovi mezzi di riproduzione di immagini e musica, sempre secondo Valery, ci consente di "trasportare o ricostituire in ogni luogo il sistema di sensazioni – o più esattamente, il sistema di eccitazioni – provocato in un luogo qualsiasi da un evento qualsiasi”.
La maniera di procedere di Matteo è quindi una sorta di postproduzione di sequenze performative studiate e realizzate in diversi contesti spaziotemporali, e ciò che viene mostrato allo spettatore è il risultato di una serie di scelte stilistiche legate alla possibilità di riprodurre tecnicamente l’opera d’arte, nel senso più benjaminiano del termine.
In questo modo, Matteo può intervenire sulla realtà analiticamente: la studia, la penetra, la scompone, la decontestualizza e infine la investe di una nuova forma e di un nuovo significato.
maura ghiselli
mostra visitata il 3 aprile 2011