CN24 | LAMEZIA T. | I Carabinieri identificano l'uomo che ha fatto da esca nell'omicidio di Amendola

CN24 2011-09-14

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Giovedì 06 Agosto 2009 | In questa edizione di Report24: LAMEZIA T. | Inchiesta Quinto comandamento, importanti novità dalle indagini I Carabinieri identificano luomo che ha fatto da esca nellomicidio di Amendola Terzo arresto nellambito dellinchiesta, definita in codice quinto comandamento che riguarda le indagini sull'omicidio di Roberto Amendola, il giovane di 23 anni ucciso e bruciato il 13 novembre dello scorso anno a Lamezia Terme con due colpi di pistola calibro 38. I carabinieri, dopo aver identificato ed arrestato i presunti autori materiali del delitto, i fratelli Aldo ed Aurelio Notarianni, 44 e 46 anni, questa notte hanno fermato luomo che fece da esca per attirare la vittima nell'imboscata. Si tratta di Domenico Giampà, 28 anni. I particolari delloperazione sono stati resi noti in una conferenza tenuta dal procuratore della Repubblica, Salvatore Vitello, il sostituto ed Elio Romano, che ha coordinato le indagini, il comandate della Compagnia di Lamezia, Stefano Bove e il Comandante del nucleo operativo e radiomobile Giuseppe Marchio. Amendola, secondo gli inquirenti, era stato ucciso perché voleva sfidare i clan, mettendosi in proprio negli affari criminali, cominciando con lacquisto di una pistola, questo, secondo gli investigatori, il movente dellomicidio. Gli assassini gli tesero un tranello, fissandogli un appuntamento con il pretesto di cedergli una pistola, probabilmente con l'intercessione di Giampà. Il procuratore della Repubblica lametino, Salvatore Vitello, ha definito le intercettazioni importanti ai fini delle indagini, agli arresti, infatti, si è arrivati grazie ad un'attività investigativa alla quale da tempo era sottoposto Amendola, controllato dai carabinieri perché ritenuto coinvolto in alcune rapine. Amendola era alla ricerca di un'arma, una pistola calibro 38. Per acquistarla, ha riferito il procuratore capo, Amendola si rivolse ad un amico, definito «il traditore», Domenico Giampà, al quale chiese di essere accompagnato per l'acquisto della pistola. L'amico lo portò davanti l'abitazione dei fratelli Notarianni e subito dopo, nelle intercettazioni, si sentirono i due colpi d'arma da fuoco che raggiunsero Amendola alla testa. Un omicidio registrato in diretta dagli apparati investigativi che annotarono anche alcune voci. Tra cui quella di Domenico Giampà e di Aldo Notarianni, che avvicinatosi allo sportello della Lancia Y sulla quale si trovava Amendola sparò due colpi di pistola. Quella stessa arma che avrebbe dovuto acquistare e che in segno di spregio fu gettata dai Notarianni nell'auto che poi diedero alle fiamme. 

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