La persona fermata e' Gianfranco Di Cello, 38 anni, indicato dagli inquirenti come elemento vicino alla cosca Cappello-Arcieri. E' accusato di tentato omicidio, lesioni aggravate e porto e detenzione illegale d'arma da fuoco. L'uomo e' ritenuto responsabile del ferimento di un carabiniere che, fuori dal servizio, si trovava in compagnia della sua fidanzata in località Guerrieri-Serra, a nord del quartiere Bella di Lamezia, quando fu avvicinato dalla persona fermata che gli aveva intimato di abbandonare la zona. Il carabiniere, per evitare problemi, con la sua auto, una Ford Focus, si era allontanato ma aveva imboccato una stradina senza sbocco. Da qui la necessità di ritornare indietro, cosa che probabilmente fu interpretata male da Di Cello il quale avrebbe sparato, con una pistola, sei colpi contro la vettura del militare, il quale fu ferito alla mano sinistra. I particolari dell'identificazione dell'attentatore sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa dal procuratore capo di Lamezia Salvatore Vitello, dal colonnello Salvatore Sgroi, comandante provinciale dei Carabinieri e dal comandante della compagnia di Lamezia Terme Stefano Bove, nonché dal comandante del nucleo operativo della compagnia, tenente Michelangelo Lobuono. Ai fini delle indagini - e' stato detto - sono stati decisivi i rilievi tecnico-scientifici del Ris di Messina che nell'immediatezza dei fatti rinvennero sulla mano e su alcuni abiti di Di Cello residui d'arma da fuoco compatibili con i bossoli rinvenuti sulla scena del crimine.
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