Nichi Vendola - La Puglia contro la privatizzazione dei beni pubblici (30.05.12)

Pupia Crime 2012-05-31

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http://www.pupia.tv - Nichi Vendola - La Puglia contro la privatizzazione dei beni pubblici. Vorrei rivolgermi al Popolo dei Beni Comuni e ai pubblici amministratori d'Italia. Noi siamo di fronte ad uno scenario inquietante, che è quello determinato dalla rivoluzione innescata dal Ministro Tremonti e completata dal Governo Monti. E' la rivoluzione per la cessione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica al mercato.Si chiama "liberalizzazione" quella che è un'opera di privatizzazione.
I rischi che tutti quanti possono immaginare sono legati al fatto che i diritti dei cittadini, quei diritti che vengono oggi protetti anche con tutti i limiti dei servizi pubblici gestiti da mano pubblica, rischiano di divenire prigionieri di un circuito mercantile, di essere dentro l'ipoteca della monetizzazione e della privatizzazione.
Questa è la ragione per cui la Regione Puglia, unica, si è rivolta al giudice Costituzionale e ha contestato apertamente la legge madre da cui ha origine tutto questo procedimento di "messa all'incanto" dei servizi pubblici locali. Noi andremo davanti al giudice Costituzionale reclamando i diritti del pubblico ad essere proprietario di quei servizi che hanno a che fare con l'esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini. Tuttavia, dobbiamo sapere che, dal 1° Gennaio 2013, qualora il giudice Costituzionale ci desse torto, succede che un'intera geografia di servizi pubblici locali precipita nel pozzo senza fondo del mercato.
Per il Mezzogiorno d'Italia, ma non solo, il rischio grande è che l'attore più preparato a calcare la scena della liberalizzazione possa essere un attore spregiudicato, un attore borderline o addirittura un attore criminale. Sappiamo che le mafie hanno a disposizione una mole enorme di risorse, possono e vogliono investirle non solo per lavare il denaro sporco, ma per guadagnare segmenti di economia lecita.
Sono molto inquieto. Qualora il giudice Costituzionale dovesse bocciare, e noi non ci fermeremmo comunque in quel caso, la nostra battaglia perché i servizi pubblici locali mantengano il carattere di servizi pubblici, noi dobbiamo comunque rafforzare i poteri pubblici dal punto di vista della programmazione, della regolazione e del controllo. Appunto, abbiamo bisogno di picchettare il territorio di quei servizi pubblici quando diventano proprietà del mercato per impedire che sia la mafia a gestirli.
Per la Puglia il pericolo principale non esiste, ossia quello della privatizzazione del servizio idrico, perché l'Acquedotto Pugliese ha una concessione che dura fino al 2018. La concessione è nelle mani di una società per azioni partecipata solamente dalla Regione Puglia e quindi l'azionista è esclusivamente il pubblico. Noi avevamo tentato di modificare la configurazione giuridica dell'Acquedotto, non volevamo più una società per azioni, avevamo fatto una legge per la completa pubblicizzazione dell'Acquedotto Pugliese, ma la Corte Costituzionale ci ha sanzionati perché non avevamo la competenza per legiferare in materia.
Ma per noi la battaglia riprende: era dentro i 28 milioni di voti che volevano proprio dire "no" alla mercificazione e alla privatizzazione di un bene comune come l'acqua che è un bene che integra il diritto alla vita. Ma voglio dire: dobbiamo mobilitarci, dobbiamo scendere in campo, dobbiamo scuotere le pubbliche amministrazioni perché è grande il pericolo rappresentato dalla mercantilizzazione dei servizi pubblici e se il mercantilismo avesse il timbro delle organizzazioni criminali, questo rappresenterebbe un duro colpo alla civiltà del nostro Paese.
Dobbiamo mobilitarci, parlarci, organizzare battaglie ideali affinché si capisca cosa c'è in gioco: è in gioco la qualità dei servizi pubblici nei confronti dei cittadini, sono in gioco diritti fondamentali dei cittadini: il diritto al trasporto pubblico locale; il diritto a che la raccolta e l'organizzazione del ciclo dei rifiuti non sia un segmento del libro delle eco-mafie; si tratta, per quello che riguarda il resto d'Italia e non la Puglia, del diritto ad avere l'acqua come bene pubblico.
Questi sono i diritti in gioco: è bene che ci diamo una mossa.(30.05.12)

Videolettera prodotta da http://www.elaborazioni.org

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