I servizi di Angelo Ruoppolo ( http://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538?ref=search ) Teleacras Agrigento del 28 e 30 novembre 2009. Mafia: i dettagli dell' inchiesta antimafia "Minoa".
Ecco i testi:
Le ordinanze di custodia cautelare dell' inchiesta "Minoa" confermano i rapporti tra le famiglie Capizzi di Ribera e Terrasi di Cattolica Eraclea. Il 31 luglio del 2007 Paolo Capizzi, di Ribera, è a Cattolica Eraclea ed incontra Domenico Terrasi. Si discute per, tra virgolette, "sistemare le cose tra Ribera, Cattolica, Agrigento e Porto Empedocle". Le contese tra i mandamenti del Belice - Sciacca e del Ribera - Burgio sono provocate dai lavori sull' acquedotto "Favara di Burgio" e dalle estorsioni alle imprese impegnate negli appalti. Sul territorio di Cattolica e di Montallegro si sono catapultati 50 milioni di euro per la costruzione della condotta idrica, e la famiglia Terrasi, con il padre Domenico ed il figlio Giuseppe, avrebbe attivamente partecipato all' appalto con propri mezzi, manodopera ed imprese, dopo l' autorizzazione della famiglia Capizzi di Ribera. Le prime opere sono gli scavi nella frazione "Sant' Anna". Poi, altro appalto: un incubatore d' impresa a Cattolica nell' ambito del Patto territoriale "Terre Sicane" , aggiudicato ad una impresa di Palermo e su cui intervengono Domenico e Giuseppe Terrasi, Paolo Miccichè e Gaspare Tutino. Poi, ancora, la costruzione di una centrale per la produzione di energia eolica in contrada "Dell' Alvano" ed "Aquileia" a Cattolica Eraclea dove la famiglia Terrasi si impegna, tramite un' apposita società, per l' acquisizione dei terreni di cui non ha disponibilità giuridica. Ed infatti, Terrasi acquista i terreni di proprietà di tale Andrea Vaccaro. Poi, altro episodio: Domenico Terrasi convoca, in presenza di Gaspare Tutino e Paolo Miccichè, Gaetano Sicurella, suocero di Paolo Sanzeri, che è capo dell' Ufficio tecnico del Comune di Cattolica, e lo rimprovera aspramente perchè il genero Sanzeri non è stato capace ad aggiudicare i lavori di manutenzione ordinaria delle strade esterne di Cattolica all' impresa di Paolo Miccichè. Poi, un imprenditore agrigentino ha dichiarato che suo padre è stato impegnato dal 1990 in poi a Cattolica nei lavori di una strada di penetrazione agricola appaltati dall' Esa. Per ottenere il lavoro fu pagata una tangente all' allora presidente dell Ente di sviluppo agricolo e ad un dipendente. Poi, nel corso dell' appalto, l' imprenditore è stato avvicinato da Domenico Terrasi che gli ha chiesto il pizzo del 4 per cento sull' importo dell' appalto, che è stato di 3 miliardi e 360 milioni di lire. Prima della richiesta il cantiere di Cattolica ha subito un atto intimidatorio: una bottiglia con dei cerini dentro un escavatore con il vetro rotto.
Gaspare Tutino e la sua impresa avrebbero partecipato alle attività dell' associazione mafiosa di Cattolica Eraclea capeggiata da Domenico Terrasi, tra acquisizione di lavori e fornitura di materiali. Tutino sarebbe interlocutore privilegiato di Domenico Terrasi. E così anche Paolo Miccichè, come Tutino, sarebbe un altro riferimento particolare di Domenico Terrasi, presente agli incontri in un apposito capannone usato come base logistica della famiglia. Secondo la Direzione investigativa antimafia, Paolo Miccichè si impegna nell' acquisizione dei lavori svolti a Cattolica da ditte esterne, e partecipa con consapevolezza ed approvazione al rimprovero di Domenico Terrasi a Gaetano Sicurella, suocero di Paolo Sanzeri, capo dell' Ufficio tecnico comunale, colpevole di non essere stato capace ad aggiudicare alcuni appalti al gruppo Terrasi. Francesco Manno è nipote di Domenico Terrasi e durante la detenzione di Terrasi avrebbe assunto un ruolo decisionale nelle dinamiche di Cosa nostra a Cattolica. Poi, insieme ad Antonino Terrasi, fratello di Domenico, si sarebbe impegnato, come mediatore, per la ricerca dei terreni dove è stato progettato l' insediamento di un impianto di energia eolica. Francesco Manno, insieme ad Andrea Amoddeo, genero di Terrasi, e suo nipote, Giuseppe Terrasi, acquista gli stessi terreni imponendone la vendita a tale Giuseppe Mannese. A carico di Damiano Marrella pesano le dichiarazioni di Luigi Putrone e Maurizio Di Gati, che lo indicano come affiliato alla famiglia mafiosa di Montallegro. Infatti, per i lavori della condotta "Favara di Burgio" a Montallegro, Domenico Terrasi invita il figlio Giuseppe a rivolgersi a "Miano di Montallegro suo compare" , e Miano è abbreviativo affettuoso di Damiano Marrella, che sarebbe intervenuto anche come paciere in alcune controversie locali tra pastori. Marco Vinti e la sua impresa sarebbero stati a disposizione dell' associazione mafiosa, ed in particolare della famiglia Capizzi di Ribera, consentendo così a Cosa nostra di partecipare agli appalti più fruttuosi, come il "Favara di Burgio" .....