di Gennaro Savio
Le dolorose immagini che scorrono in sovraimpressione sembrano testimoniare la cattura di un pericoloso delinquente. E invece si tratta di un’innocente bambino di dieci anni prelevato con la forza dalla scuola che frequenta a Cittadella, in provincia di Padova, per essere sottratto alla madre e affidato al padre. Il bambino che frequenta la quinta elementare e il cui comportamento scolastico viene considerato irreprensibile, è rimasto solo in aula perché i suoi compagni sono stati fatti uscire. Ha tentato di resistere, di non essere portato via. Alla vista degli assistenti sociali si è aggrappato al suo banco e ha cominciato a piangere cercando di opporsi in tutti i modi. Niente da fare. Per la giustizia non esistono i sentimenti. La legge va applicata comunque e subito, anche se le modalità usate possono creare un’irreparabile shock a un bambino. Dalle immagini mostrate nella trasmissione “Chi L’ha Visto” si vede il bimbo portato via con la forza. Due persone lo tengono per le gambe. Un altro lo afferra per le spalle, mentre continua nell’inutile tentativo commovente e disperato di liberarsi dalla morsa. Cade a terra. Viene trascinato. Si dispera, ma inutilmente. Alla fine viene caricato su un’auto che si allontana tra le urla e la disperazione dei presenti. Scene disgustose e di inaudita violenza per cui è indignato l’intero Paese e per le quali io, personalmente, e per l’ennesima volta, mi sono vergognato di essere italiano e di far parte di una società disumana e discriminatoria. Si, perché a parte le prese di posizione strumentali e di circostanza assunte da alcuni rappresentanti politici ed istituzionali italiani intervenuti solo perché le immagini sono state mostrate in tv, la società civile è fortemente indignata per quanto accaduto anche perché quello di Padova non rappresenta certamente un caso isolato. A Ischia nella mattinata di martedì 28 dicembre 2010 si vissero scene ancora più crudeli. Per sottrarre alla madre una bambina di appena cinque anni, si recarono a casa della piccola gli agenti della Polizia Municipale di Napoli, coadiuvati dalla Polizia di Stato. Secondo la ricostruzione dei parenti della bambina, la sottrazione sarebbe avvenuta con modi bruschi che avrebbero traumatizzato la piccola, di qui la rabbia esplosa proprio all'esterno del Commissariato di Polizia assediato da amici e parenti della famiglia. "Si deve sapere quello che è successo, gridavano in coro, hanno picchiato persino le donne. Hanno strappato la bambina dal proprio letto. Hanno violato i diritti umani, civili dei minori", dichiararono i familiari della piccola.