Il servizio di Angelo Ruoppolo ( https://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538?ref=search ) Teleacras Agrigento del 28 maggio 2009. 24 anni dopo l' omicidio di Giovanni Poni a Villaseta. Ergastolo della Corte d' Assise di Agrigento a Franco Cacciatore. Ecco il testo:
Lui è Giovanni Poni. E' stato ucciso a colpi di pistola calibro 7 e 65 alla schiena il 20 novembre del 1985, sotto il Pino di Pirandello, anche lui ucciso dalla tromba daria del 7 novembre del 1997. Il primo che ha indagato è stato il giudice Rosario Livatino. Il magistrato di Canicatti ha interrogato il fratello, Rino Poni. Livatino ha chiesto e lui ha risposto: "sì, ho visto mio fratello Giovanni poco prima dell' omicidio. Al Centro commerciale di Villaseta. In compagnia di Franco Cacciatore" . Lui, Franco Cacciatore, oggi ha 51 anni. Quando Livatino lo ha convocato lui si è presentato con un biglietto ferroviario: "sono partito dalla stazione di Agrigento Bassa, verso la Germania, in treno, non ho ucciso io Giovanni Poni" . Livatino non gli ha creduto. Ha ordinato il suo arresto e poi il rinvio a giudizio. Poi Livatino è morto ammazzato, e dopo di lui il giudice Anna Maria Ciccone ha archiviato il caso per insufficienza di prove. Franco Cacciatore ha parlato, forse troppo e con le persone sbagliate. Sì perchè lui, il pentito Giulio Albanese, di Porto Empedocle, il 6 giugno del 2000 ha dichiarato che Franco Cacciatore gli ha raccontato che lui ha sparato contro Giovanni Poni perchè lui, Poni, disturbava sua nipote, figlia di una sorella di Cacciatore. "Ho invitato Giovanni Poni al Kaos per fumare uno spinello, e poi l' ho ucciso" . Così avrebbe confessato Franco Cacciatore a "Panzachiatta". Poi si è pentito Maurizio Di Gati, di Racalmuto, ed ha rivelato che Franco Cacciatore gli ha confidato che lui si è salvato dall' accusa di omicidio grazie al falso alibi del biglietto del treno per la Germania. Poi si è pentito Luigi Putrone, di Porto Empedocle, ed ha confermato: "sì, è stato Franco Cacciatore ad uccidere Giovanni Poni. Io ho aiutato lui a liberarsi della pistola, che è stata lanciata nel mare davanti la zona industriale di Porto Empedocle" . Luigi Putrone racconta anche il movente, così come glielo avrebbe spiegato lo stesso Franco Cacciatore: "Giovanni Poni commetteva piccoli reati, dava fastidio. Allora, un giorno, in un bar a Villaseta, io l' ho rimproverato, e lui mi ha mollato uno schiaffo, davanti a tutti" . Il rinvio a giudizio. Il processo. L' 11 marzo scorso i Pubblici ministeri, Adriano Scudieri e Gianfranco Scarfò, concludono la requisitoria: ergastolo. Si associa il difensore della famiglia Poni, Parte civile, l' avvocato Daniele Re. 24 anni dopo gli spari all' ombra del Pino di Pirandello ecco la sentenza della Corte dAssise di Agrigento, presieduta da Antonia Sabatino: ergastolo . L' avvocato della Parte civile, Daniele Re, commenta: "si tratta di una sentenza che, sia pur dopo un lunghissimo e travagliato percorso giudiziario, durato 24 anni, restituisce finalmente alla famiglia Poni la dignità e la giustizia che essa, dopo la tragedia vissuta, ricercava dallo Stato. Tale epilogo, fondato, oltre che sulla intuizione di un magistrato come Rosario Livatino, sul prezioso contributo dei collaboratori di giustizia, serve a ricordare alle tante vittime della mafia che non può esistere altra via rispetto all' affermazione della verità e, con essa, del diritto".