http://www.pupia.tv - Caserta - Operazione anti droga dei carabinieri di Santa Maria Capua Vetere nelle province di Caserta e Napoli con 54 arresti (45 in carcere e 11 ai domiciliari) per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanza stupefacenti e spaccio. Individuati e sgominati due gruppi criminali che gestivano lo spaccio e il narcotraffico, in particolare di cocaina, per rifornire le piazze di spaccio del Casertano e del Napoletano, giungendo fino a Frosinone e Ravenna. Sequestrati beni mobili e immobili per 3,9 milioni di euro. Dall'inchiesta, avviata nel 2010, รจ emerso come l'organizzazione narcotrafficanti della provincia di Caserta, secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dai pm della Procura Antimafia di Napoli, era suddivisa in due gruppi. Il primo era, a sua volta, suddiviso in tre sottogruppi riconducibili alle famiglie malavitose di Raffaele Piscitelli, detto ''o' cervinese', di Santa Maria a Vico, dei Del Gaudio di Santa Maria Capua Vetere e di Clementina Barberino, ex convivente di Piscitelli, attiva prevalentemente a San Felice a Cancello. Si era creato anche un terzo sottogruppo indipendente che cominciava a gestire una propria piazza di spaccio nella vicina frazione di Talanico di San Felice a Cancello. Il secondo gruppo criminale, invece, era suddiviso in due sottogruppi: nella provincia di Napoli, tra i quartieri partenopei Secondigliano, Miano, Scampia e Rione Triano, e nel Casertano, a Gricignano di Aversa. Scoperto il modus operandi del gruppo criminale casertano con l'assidua presenza di vedette e pusher nelle piazze di spaccio che per eludere eventuali intercettazioni utilizzavano un linguaggio criptico per comunicare tra loro: ''prendere un caffe''' o ''portami una palla'' veniva utilizzato per indicare l'ordine d'acquisto della droga. Particolarmente attenti i controlli anti polizia dei pusher nelle piazze di spaccio: in un'occasione, infatti, gli spacciatori si sono accorti e hanno disinstallato un sistema di telecamere posizionato dalle forze dell'ordine in una piazza di spaccio. La struttura associativa era caratterizzata - sottolinea in una nota il procuratore aggiunto della Dda di Napoli, Francesco Greco - da un gruppo di personaggi che, seppur non organizzati in modo verticistico e piramidale tra loro, risultavano comunque dediti in modo stabile e continuativo al traffico di innumerevoli quantitativi di cocaina, alimentando le varie piazze di spaccio nelle province di Napoli, Caserta, Frosinone e Ravenna traendone ingenti profitti economici. (15.04.13)