Il prossimo 6 aprile, gli ungheresi votano per rinnovare il parlamento.
Che sarà eletto in base alla nuova Costituzione, entrata in vigore l’anno scorso.
Favorito secondo i sondaggi resta il partito populista Fidesz, dell’attuale premier Viktor Orban, accreditato di oltre il 40% dei consensi.
È Fidesz l’artefice della nuova legge elettorale che favorisce la lista unica e un candidato
solo in ogni circoscrizione.
A fare da contrappeso al partito del premier, socialisti, centristi, liberali, e parte dei verdi che hanno annunciato un’alleanza elettorale di larghe intese: hanno formato una coalizione elettorale e hanno designato un solo candidato in ogni circoscrizione uninominale, dove probabilmente si deciderà la partita elettorale ad aprile.
Capolista e candidato premier, sfidante di Orban, sarà il leader socialista Attila Mesterhazy (39 anni), con lui anche due ex premier di sinistra, Gordon Bajnai e Ferenc Gyurcsany.
Finora le forze di sinistra volevano correre con liste separate. La nuova legge elettorale voluta dal partito di governo Fidesz favorisce tuttavia la lista unica e un candidato solo contro quello di Fidesz in ogni circoscrizione.
La coalizione è data al 30% circa, si attestano invece al 13% nelle intenzioni di voto degli ungheresi, gli estremisti di destra di Jobbik.
Analista politico, Gábor Török:
“SE non avessimo paura parleremo chiaramente di elezioni e atmosfera da guerra fredda. Non si usano le armi, ma avolte le parole sono molto più pericolose”.
Viktor Orban è premier dal 2010.
Alla fine degli anni Novanta, nella sua precedente esperienza di governo, Viktor Orban aveva cercato di mettere in pratica idee innovative volte ad abbattere la disoccupazione e a migliorare l’economia ungherese.
Euroscettico, oggi Orban è malvisto dall’Unione europea: in questo mandato ha introdotto riforme illiberali che toccano vari settori della vita del Paese, da quella politica, a quella sociale ed economica, fino a limitare le stesse libertà civili.