Rwanda: ex capo intelligence a processo a Parigi, è accusato di complicità nel genocidio

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A vent’anni dal genocidio in Rwanda si apre in Francia il processo a Pascal Simbikangwa. L’ex capo dell’intelligence di Kigali deve rispondere delle accuse di complicità nel genocidio che ha provocato la morte di 800mila persone – in maggioranza di etnia tutsi – e di crimini contro l’umanità.

La Francia può giudicarlo grazie a una legge degli anni ’90 che introduce una giurisdizione quasi universale per i reati eccezionali.

“È un momento storico. È un momento importante per le vittime che attendono giustizia da 20 anni – spiega Dafroza Gauthier che ha perso più di 80 membri della sua famiglia nel genocidio ruandese – Per loro, per le loro famiglie, ma anche per i francesi che sono stati certamente male informati riguardo al genocidio”.

Il processo si celebra nel ventesimo anniversario del genocidio. Simbikangwa è stato arrestato nel 2008 sull’isola francese di Mayotte, nell’Oceano Indiano, dove viveva sotto falso nome. Rischia una condanna all’ergastolo.

“Questo processo lancia un messaggio chiaro – sostiene Clemence Bectart, avvocato della Federazione internazionale per i Diritti umani – dopo tanto tempo, la Francia non sarà più un rifugio sicuro per i ruandesi sospettati di genocidio”.

Parigi, per molti anni, è stata accusata di aver addestrato le forze armate ruandesi, ignorando gli abusi commessi del governo, e di aver aiutato alcuni responsabili del genocidio a fuggire dal Paese.

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