Più di 40 morti, tra cui diversi bambini, e oltre cento feriti. Ancora sangue in Siria il giorno dopo che Bashar al Assad ha annunciato che correrà per un terzo mandato presidenziale.
Due gli attentati: uno a Damasco e l’altro, quello più grave, a Homs, in un quartiere a maggioranza alawita, gruppo religioso a cui appartiene anche il capo di Stato. Qui due autobombe, con a bordo in totale 500 chili di plastico, sono esplose a pochi minuti l’una dall’altra.
Lo scorso febbraio proprio ad Homs erano stati fatti evacuare molti civili grazie a un accordo tra i ribelli e il governo, sotto l’egida dell’ONU. Ma nelle ultime settimane nella città si sta assistendo a una recrudescenza delle violenze.
A Damasco invece a essere preso di mira è stato un istituto scolastico.
Dal 2011, anno dell’inizio della guerra civile in Siria, sono morte più di 150.000 persone.