A bordo di un convoglio di autobus, gli ultimi ribelli lasciano la Città Vecchia di Homs.
Gli insorti – oltre 1700 combattenti – sono stati accolti in due villaggi ancora in mano alle forze di opposizione.
Una vittoria non solo simbolica per il presidente siriano Bashar al Assad, a meno di un mese dalle elezioni del 3 giugno che lo consacreranno per un terzo mandato.
Secondo fonti diplomatiche, l’Iran e la Russia hanno svolto un ruolo cruciale nel raggiungere l’accordo di evacuazione in cambio della liberazione degli agenti dei servizi di sicurezza iraniani e russi in mano agli insorti.
“C‘è il pieno rispetto del cessate il fuoco come stabilito nell’accordo tra le due parti – spiega un osservatore delle Nazioni Unite, Yacoub al-Helou -speriamo che questo tentativo raggiunga il suo scopo con l’aiuto di dio e dei siriani”.
Nella piazza dell’Orologio, teatro nel 2011 delle manifestazioni contro il regime, i soldati di Assad giocano a calcio tra le macerie.
L’esercito lealista ha quasi ripreso il totale controllo di quel che resta della Città Vecchia, un tempo definita la capitale della rivoluzione.