Anche la Gran Bretagna includerà droga e prostituzione nel Pil

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Sesso, droga e Prodotto interno lordo. Il copyright della battuta appartiene all’Economist, che ha commentato così l’annuncio da parte dell’Istat italiana di inclusione, nel calcolo della crescita, delle attività illegali.

Peccato che, poche ore dopo che il settimanale britannico è andato in stampa, l’equivalente dell’Istat a Londra abbia annunciato grossomodo la stessa cosa.

Prostituzione e droga entreranno nel calcolo del Prodotto interno lordo del 2009, allargandone il perimetro di circa 10 miliardi di sterline.

A difesa dei due istituti va ricordato che si tratta di un adeguamento ai nuovi standard europei, i quali impongono di riportare tutte le attività produttive, anche illegali volontarie.

Un calcolo non facile, che ha costretto gli esperti di statistica a derivare, ad esempio, il numero complessivo di prostitute da un sondaggio londinese nel 2004, e a fare una stima del numero di clienti settimanali e della tariffa media.

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