Per il sequestro e l’assassinio di tre giovani israeliani nei pressi di Hebron, l’esercito sta ancora cercando i colpevoli: le autorità israeliane hanno puntato la loro attenzione su due giovani palestinesi, scomparsi lo stesso giorno, il dodici giugno.
Qualche giorno dopo l’esercito ha fatto saltare l’ingresso della casa della famiglia di uno dei sospetti, e il fuoco ha danneggiato anche la casa attigua dell’altra famiglia:
“Queste macerie accresceranno la mia forza e la mia decisione, e secondo me le forze d’occupazione israeliane hanno rapito mio figlio fin dal primo giorno dell’incidente e adesso è imprigionato da qualche parte in Israele, loro non hanno nessun elemento per dire che è stato lui”.
I due sospetti sarebbero affiliati ad Hamas, l’organizzazione immediatamente accusata del triplice omicidio. Un’affiliazione che le loro famiglie negano.
“Gli Israeliani hanno l’abitudine di mentire, la loro stampa mente, le accuse sono sempre pronte, preparate in anticipo, è come se non avessimo nemmeno sentito quello che dicono, tanto sono tutte bugie”.
La tensione intorno a questa vicenda resta alta, e la scarsa fiducia reciproca tra Israeliani e Palestinesi di certo non aiuterà a trovare una verità accettata da tutti.
L’inviato di Euronews:
“La scomparsa dei due giovani coincide con quella dei tre israeliani, come ha sottolineato l’esercito di Israele che li accusa di essere coinvolti nel sequestro ed omicidio. I palestinesi negano, e le questioni relative a molti aspetti della vicenda restano senza risposta”.