I civili cercano di abbandonare Donetsk, Lugansk e le maggiori città dell’est russofono dell’Ucraina. Le truppe di Kiev cingono d’assedio i centri urbani e uffcialmente ci sono stati almeno una ventina di morti anche se né i regolari di Kiev, né i separatisti filorussi fanno trapelare cifre reali sulle perdite.
Alla minaccia di un’offensiva in grande stile i separatisti rispondono di essere pronti a loro volta a respingere gli attacchi.
Continua anche la guerra di propaganda fra la due parti mentre il parlamento a Kiev è riunito questo martedì in seduta plenaria per decidere quali sanzioni imporre a Mosca. L’economia ucraina non sembra in grado di impensierire il Cremlino tranne che per i gasdotti che passano dal proprio territorio e che portano gas all’Unione Europea. Chiuderli sarebbe un disastro per l’economia russa, ma anche per l’Europa. La Germania vorrebbe che non si passasse ai fatti, ma anche la sola minaccia fa comunque il gioco di Kiev che costringe Bruxelles a un ruolo piu attivo nel ginepraio russo-ucraino.