Migliaia di sostenitori del clerico sciita Moqtada al-Sadr sono scesi in strada a Baghdad, per protestare contro quella che definiscono “l’interferenza degli Stati Uniti” in Iraq.
Da giorni Washington è impegnata in una campagna di bombardamenti aerei contro l’Isil, che controlla un terzo del paese e ampie zone della Siria.
Contro i fondamentalisti dell’autoproclamato califfato gli Usa hanno schierato una coalizione multinazionale, che per il segretario di Stato John Kerry non è solo, o non è tanto, una coalizione militare, propendosi invece come una “intesa inclusiva”.
Per Kerry in Iraq c‘è un ruolo da svolgere anche per l’Iran, molto vicino alle componenti sciite. A Teheran la guida suprema Ali Khamenei ha detto di aver respinto l’invito statunitense per dei colloqui.
Il presidente Barack Obama ha parlato di un fronte che comprende almeno 40 paesi, e ha citato le prime azioni condotte dall’aviazione militare francese. Secondo la Casa Bianca, dall’inizio della campagna sono state compiute 170 azioni aeree contro obiettivi dell’Isil.