Proteste per il non intervento della Turchia contro islamisti, sale numero delle vittime

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Almeno 18 morti. Si aggrava il bilancio delle vittime negli scontri di martedì in Turchia, fra forze dell’ordine e dimostranti che contestano la decisione del presidente Recep Tayyip Erdogan di non intervenire al confine con la Siria, per bloccare l’avanzata degli islamisti.

A Kobane, città curda di frontiera, assediata dai miliziani dell’autoproclamato Stato Islamico, ci sono stati oltre 400 morti.

Erdogan ha ribadito che il suo Paese interverrà solo se verrà istituita una fly-zone in Siria e gli Stati Uniti garantiranno il loro impegno ad ottenere le dimissioni di Bashar al-Assad.

Teatro delle proteste più violente è stata Diyàrbakir, nel sud-est della Turchia.

Manifestazioni si sono tenute anche in Germania. Ad Amburgo e Celle sono degenerate in violenti confronti fra comunità curde e militanti islamisti, causando oltre 20 feriti.

A Bruxelles una settantina di dimostranti hanno fatto irruzione nel Parlamento europeo. Anche in Italia sono stati organizzati sit-in di solidarietà per i curdi, a Milano e all’aeroporto di Fiumicino.

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