Un convoglio di aiuti umanitari russo, il nono in ordine di tempo, destinato all’Ucraina dell’Est. Nonostante il no di Kiev, Mosca ha deciso di procedere comunque all’invio di 130 camion carichi di 1200 tonnellate tra derrate alimentari, materiali da costruzione e acqua alla popolazione oltreconfine. Approvvigionamenti accolti con sollievo dai residenti, come spiega Vitaliy: “Grazie ai nostri fratelli in Russia per averci aiutato. Perché l’Ucraina ci ha dimenticato completamente”.
Non sembra reggere intanto la tregua entrata in vigore alla mezanotte di martedì e salutata dal presidente ucraino Petro Poroshenko. Nelle ultime ore due volontari del battaglione Azov sono stati uccisi dai separatisti a Mariupol.
“I terroristi – sostiene Oleksiy Dmytrashkivskiy, portavoce dell’operazione antiterrorismo – non hanno abbastanza pazienza per mantenere il cessate il fuoco. Nelle ultime 24 ore hanno attaccato per sei volte le forze dell’antiterrorismo con fucili. Nell’ultimo giorno abbiamo avuto notizia del ferimento di due civili”.
In un Paese che rischia il fallimento, il ministro della Difesa ucraino
ha annunciato che per il 2015 le spese militari saranno più che raddoppiate e portate a 2,4 miliardi di euro. Soltanto giovedì il premier Arseni Iatseniuk aveva chiesto al Fondo Monetario Internazionale 12 miliardi di euro per evitare il default.