Il cerchio si chiude nel mercato del petrolio. Dopo che la rivoluzione dello scisto statunitense ha inondato il mercato di greggio, il calo del prezzo al barile si sta ripercuotendo proprio su questo tipo di attività estrattiva.
BHP Billiton, colosso dell’industria mineraria, ha annunciato che i suoi 26 impianti americani saranno ridotti a 16 entro giugno. La produzione dovrebbe comunque aumentare, ma è una magra consolazione per i dipendenti che verranno lasciati a casa.
L’azienda anglo-australiana non è la sola ad annunciare tagli: il numero uno di Total, Patrick Pouyanné, ha detto che il gigante francese ridurrà la spesa nelle attività estrattive del Mare del Nord e nelle partnership americane per petrolio e gas di scisto.
Quadro ancora peggiore tra i fornitori di servizi petroliferi. I tre principali attori del settore, le americane Halliburton, Baker Hughes e Schlumberger, hanno annunciato in un solo mese un totale di 17 mila esuberi.