Ancora non si può parlare di frenata, ma i segnali in arrivo dalle fabbriche cinesi fanno temere non poco per la crescita della seconda economia mondiale.
A marzo l’indice degli acquisti all’industria è sceso sotto la soglia che separa l’espansione dalla contrazione. Una dinamica che rischia di mettere in dubbio persino l’obiettivo di crescita economica del 7% annuale rivisto al ribasso dalle autorità di Pechino.
“Quel che stiamo osservando – commenta Medha Samant di Fidelity Worldwide Investment – è il fatto che il governo si sta impegnando a fare riforme e a ribilanciare l’economia da un modello basato sugli investimenti ad uno basato sui consumi”.
Improbabile che la banca centrale cinese ceda con facilità ai richiami arrivati da più parti per nuove manovre di stimolo.
Le autorità cinesi si sono più volte dette disponibili a tollerare un rallentamento della crescita in cambio di maggiore stabilità e sostenibilità. Bisognerà vedere fino a che punto, dato che anche i sotto-in