L'Autorità palestinese aderisce alla Cpi. L'obiettivo: perseguire Israele per crimini di guerra.

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L’Autorità palestinese entra a far parte della Corte penale internazionale dell’Aia.

La breve cerimonia che ha ufficializzato l’evento si è conclusa con una dichiarazione della vicepresidente della Corte, Kuniko Ozaki: “Con l’entrata in vigore dello Statuto di Roma, oggi, per lo Stato della Palestina, la Palestina acquisisce tutti i diritti e le responsabilità che derivano dalla sua scelta”

I dirigenti palestinesi sperano ora di poter perseguire Israele per crimini di guerra. O almeno singoli israeliani, visto che lo Stato ebraico non fa parte del Tribunale. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato il governo palestinese di “manipolare” la Corte.

A Hebron i palestinesi sembrano appoggiare la scelta dei loro leader: “Questo passo e qualunque cosa possa portare alla luce l’ipocrisia dell’occupazione è utile per noi – dice Sharif -. I crimini dell’occupazione vanno avanti da 50-60 anni, gli israeliani uccidono i palestinesi e portano via ogni centimentro della no

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