È un po’ come se la città di Pompei fosse diventata la linea del fronte. È quanto sta accadendo a Palmira in Siria, gioiello di architettura antica protetto dall’Unesco.
Non è soltanto per furia distruttrice che i jihadisti puntano a controllare il sito delle rovine. Finora circa un terzo è nelle loro mani.
Strategicamente questa località, strenuamente difesa dalle truppe del presidente Bashar el Assad, permette di unire fra loro la Siria e la regione irachena di al Anbar che lo stato islamico controlla in modo capillare.
Mettere le mani su Palmira permetterebbe di avere il controllo su di un immenso territorio a cavallo fra Siria e Iraq.
Per ora le uniche cifre sui morti degli scontri arrivano dall’osservatorio siriano per i diritti umani visto che né i regolari ne i jihadisti parlano dei propri caduti. La cifra fra vittime civili, militari e jihadisti supera ampiamente le 300 persone.