Lo smantellamento della ‘Giungla’ di Calais è iniziato.
Prima dell’alba, sotto l’attenta sorveglianza della polizia francese, centinaia di migranti, con i loro pochi averi, si sono messi in coda per salire sugli autobus che li trasferirà in altri centri creati appositamente in Francia. Presenti anche molti dei volontari che hanno prestato il loro aiuto negli ultimi diciotto mesi
“Perché è venuto qui oggi?” chiede il nostro inviato a Calais.
“Per accompagnare i nostri amici – risponde Xavier – li conosciamo da mesi e oggi partono verso l’ignoto”.
Tra 6000 e 8000 le persone, in fuga da guerre e povertà, che avevano trovato rifugio in questa specie di città cresciuta illegalmente, nella speranza di poter raggiungere il Regno Unito. Una speranza che, barriere e controlli prima, e ora il trasferimento, sembrano aver vanificato. 450 le strutture, allestite in dodici regioni, pronte ad accogliere i migranti.
Soltanto in giornata è prevista la partenza di 60 autobus. Le autorità transalpine contano di concludere l’operazione entro la fine della settimana.
“Sono del Sudan – racconta al microfono di euronews, un uomo, voltato di spalle – il governo francese ci ha detto: vogliamo portarvi in altre città. Perché la vita nella ‘giungla’ non va bene per nessuno, per l’inverno e per altre ragioni”.
Sandor Zsiros, euronews: “Abbiamo parlato con numerosi migranti del campo e la maggior parte di loro non vuole che il loro volto venga ripreso dalle telecamere. Per loro la presenza della stampa è fonte di grave imbarazzo”.