In Corea del Sud le indagini della procura stanno travolgendo la prima donna capo di Stato. Decina di migliaia di persone sono scese in piazza a Seul per chiedere le dimissioni di Park Geun-hye, accusata di aver passato informazioni e documenti riservati all’amica Choi Soon-sil che si sarebbe intromessa in affari di stato senza averne titolo.
Consensi crollati ai minimi storici del 14% per la presidente, figlia del controverso generale Park Chung-hee salito al potere con un golpe. Park Geun-hye si è rivolta alla nazione per negare le accuse più gravi, a partire da quella di essere caduta nelle spire della sua amica, Choi Soon-sil, arrestata con l’accusa di ingerenza indebita nella politiche dello Statto e di aver sfruttato la sua posizione di confidente per fini personali. Choi Soon-sil, soprannominata “sciamana di Seul”, è legata a un misterioso culto di tradizione sciamanica coreana.
La Costituzione sudcoreana impedisce in via di principio che la presidente sia sottoposta a un’indagine giudiziaria. Secondo il primo ministro incaricato, questa ipotesi di reato potrebbe essere tra quelle non coperte da immunità.