Un Paese diviso, nel quel migliaia di persone scendono in strada contro l’elezione di Donald Trump al grido di “Not my President”.
La manifestazione più grande nel cuore di Manhattan, a New York, provvisoria residenza del Presidente eletto e che, secondo la conta non ancora definitiva del voto, arriva alla Casa Bianca avendo ottenuto in termini assoluti circa 220.000 preferenze in meno rispetto all’avversaria democratica, ma con il numero di grandi elettori sufficiente a dargli la vittoria, in base al sistema elettorale statunitense.
A Chicago un migliaio di persone hanno cercato di raggiungere il Trump International Hotel. Da Austin in Texas a Nashville, Tennessee, gli slogan sono gli stessi: congro il muro promesso da Trump al confine con il Messico, contro il Ku-Klux-Klan e il razzismo, per il rispetto delle donne.
Per il tycoon diventato leader della più grande potenza mondiale, riunire il Paese non si annuncia un compito facile.
“Not my president” thousands taking over many blocks of NYC right now protesting in front of Trump Tower #Election2016 pic.twitter.com/apV0AJEq7u— Abby Martin (@AbbyMartin) 10 novembre 2016
Anti-Trump protestors in NYC chant “Not my President” – police cordoned off a one block radius of their destination, Trump Towers SBSNews pic.twitter.com/PlyphmgTHJ— Sarah Abo (_SarahAbo) 10 novembre 2016