“Sono Volnovakha”, sul modello del “Je suis Charlie” francese, la gente è scesa in strada a Kiev, in Ucraina. Assieme al presidente i leader politici e religiosi, tutti per ricordare il bus carico di civili centrato da un razzo nell’est del paese a inizio settimana.
“L’esercito ucraino dovrebbe raggiungere i confini con la Russia senza violarli”, dice una donna.
“L’Ucraina deve continuare, la gente chiama da Luhansk. Lo sanno che quelli che fanno del male non siamo noi, ma separatisti e russi”, dice un lealista che ha combattuto in quelle regioni.
Tanta la voglia di passare all’azione ma secondo il nostro corrispondente ci sono dei limiti:
“Kiev vorrebbe la rivincita, vorrebbe indietro Luhanks e Donetsk e confini sicuri. La real politik però pretende regole precise e di accettare gli accordi di Minsk finché questi daranno risultati”.