Tragedia aerea di Smolensk: la Polonia riesuma i cadaveri delle vittime

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La Polonia ancora a caccia di verità dà il via alla riesumazione dei corpi delle vittime della tragedia aerea di Smolensk, in cui nel 2010 perse la vita anche il presidente Lech Kaczynski. Promossa dal fratello gemello Jaroslaw – leader del partito Diritto e giustizia al governo dal 2015 – la nuova inchiesta mira a verificare se le condizioni delle salme siano compatibili con l’ipotesi di un’esplosione in volo.

Il servizio realizzato il 10 aprile 2015 da euronews, in occasione del quinto anniversario della tragedia di Smolensk

Mosca accusata di ostruzionismo: “Non vogliono fornirci i resti dell’aereo”

Le salme dell’allora first lady Maria Kaczynski e del marito Lech sono già state rimosse dalla cattedrale del Wavel di Cracovia. Gli inquirenti stimano che la riesumazione delle altre, un’ottantina sulle 96 vittime complessive, potrebbe richiedere fino a un anno e accusano Mosca di ostruzionismo per il suo rifiuto di di fornire alla Polonia i resti dell’aereo fino alla conclusione dell’inchiesta russa.

Caccia alla verità o caccia alle streghe? Polacchi e familiari delle vittime si oppongono: “Atto troppo doloroso”

Una prima inchiesta, promossa in Polonia dal precedente governo centrista, aveva imputato lo schianto del Tupolev 154 alla forte nebbia che il 10 aprile 2010 avvolgeva la regione russa di Smolensk e a un errore umano del pilota.

Poles split as #Smolensk exhumations begin https://t.co/WHMmAVYw3F pic.twitter.com/f46YD0JXvt— dwnews (@dwnews) November 15, 2016

In un Tweet della tedesca Deutsche Welle una fotografia di dubbi e polemiche che attraversano la Polonia (in inglese)

Secondo un sondaggio dello scorso mese, approvata da appena il 10% dei polacchi, la riesumazione delle salme è vista dai critici come una mossa del partito nazionalista Diritto e giustizia per cavalcare il sentimento anti-russo di parte dell’elettorato con una “teoria del complotto”. La forza politica guidata da Jaroslaw Kaczynski accusa da tempo Donald Tusk – oggi presidente del Consiglio europeo, ma allora primo ministro polacco – di aver ostacolato la ricerca della verità. Lo scorso mese, i familiari di 17 delle vittime avevano scritto al presidente polacco Andrzej Duda, bollando la riesumazione come un “atto crudele e disumano”.

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