Cristiani copti sotto attacco in Egitto. L’attentato alla cappella di San Pietro e Paolo, annessa alla cattedrale copta di San Marco, che ha fatto almeno 25 morti inclusi dei bambini, è il secondo grave attentato contro la chiesa copta in Egitto dopo quello del 31 dicembre 2010 alla chiesa dei Due Santi di Alessandria, che provocò 23 morti e 97 feriti.
S’ignora se questo attentato sia collegato ad altri di questa domenica in Paesi musulmani per creare tensioni interreligiose. Questi sono i giorni di avvento al ‘Moulid el Nabi’, il Natale del profeta Maometto, che viene celebrato con regali di dolcetti e paste, in particolare ai bambini.
L’attacco nelle parole di una testimone: “Il suolo era pieno di sangue, scarpe e vestiti di bambini e donne. I banchi della chiesa sventrati, il protone d’ingresso saltato in aria e sbalzato dai cardini malgrado fosse grosso e pesante e le colonne di marmo nell’arcata centrale distrutte”.
Dice il vescovo: “Il tradimento e il terrorismo infestano l’intero Egitto. Colpiscono cristiani e musulmani e adesso i luoghi di culto sono diventati obiettivi. Adesso rischiate la vita in chiesa come in qualsiasi altro posto”.
Il patriarca della chiesa copta egiziana, Tawadros II, informato dell’evento, ha interrotto la sua visita in Grecia per rientrare d’urgenza al Cairo. La comunità copta
conta intorno al 10 per cento della popolazione egiziana. Si tratta di oltre 10 milioni di abitanti.
La capacità dei terroristi di mettere ordigni in un luogo come la cattedrale, che dispone di forti misure di sicurezza, suscita molte domande e risveglia tensioni interreligiose”, dice il nostro corrispondente. “Qui tutti pretendono che i responsabili vengano portati di fronte alla giustizia”.