Russia e Turchia propongono un nuovo cessate il fuoco, che vorrebbero far entrare in vigore dalla prossima mezzanotte: il testo viene quindi sottoposto al governo siriano e ai ribelli. Esclusi i “gruppi terroristi”, definizione sulla quale non è sempre facile che le parti in causa siano d’accordo.
Certamente esclusi dalla tregua i territori controllati dall’Isis, e con ogni probabilità anche l’ex fronte Al Nusra, benché si sia oggi formalmente allontanato da Al Qaida e si sia ribattezzato Jabhat Fateh al-Sham.
I ministri degli esteri russo e turco si sono parlati al telefono nel quadro dell’organizzazione di una conferenza di pace, che dovrebbe tenersi ad Astana su invito del governo Kazako. Lavrov e Cavusoglu hanno discusso dei parametri per “separare l’opposizione moderata dai gruppi terroristici” e del modo di preparare l’incontro di Astana per una soluzione politica del conflitto.
Nello stesso tempo la Turchia, nel quadro del recente accordo tripartito con Russia e Iran, prosegue l’offensiva su Al Bab, località a nord est di Aleppo controllata dall’Isis. La Turchia chiede appoggio agli Stati Uniti, e nello stesso tempo il presidente turco, Erdogan, ha accusato Washington di sostenere i “terroristi”: cioè l’Isis e i due gruppi curdi impegnati nel conflitto. Accuse definite “ridicole” da Washington.