Si aggrava la crisi politica in Romania dopo l’approvazione da parte del governo a guida socialdemocratica di un decreto per depenalizzare i reati di corruzione e abuso d’ufficio.
L’opposizione chiede le dimissioni del governo e la maggioranza traballa, con l’esecutivo che accumula defezioni. Dopo l’annuncio di dimissioni da parte del ministro dello sviluppo economico, tocca al ministro della giustizia Florin Iordache che ha delegato tutti i poteri al suo vice fino a martedì. Data non casuale. La corte costituzionale, infatti, ha dato tempo a governo e parlamento fino al 7 febbraio per presentare argomenti che giustifichino le revisione del codice penale.
Anche la Commissione europea ha invitato il governo rumeno a rinunciare alle depenalizzazioni.
Ma il partito socialdemocratico, che guida la maggioranza, non arretra:
“Sono deluso da questa critica perché le opinioni della Commissione europea di solito non si fondano sulla legislazione, rumena o internazionale. Tra l’altro mentre venivamo esaminati per accedere a Schengen, ci hanno chiesto di violare la nostra Costituzione, prova di cattiva fede o mancanza di professionalità” – così Eugen Nicolicea, presidente della commissione affari legali, parlamentare socialdemocratico rumeno, intervistato da Euronews.
Alcuni politici, tra questi il leader dei socialdemocratici Liviu Dragnea, beneficerebbero della revisione del codice penale motivo per cui 300mila rumeni sono scesi in piazza in decine di città per protestare contro il governo.