Il Presidente venezuelano Nicolas Maduro sembra aver imboccato una via del non ritorno dopo il voto per l’Assemblea Costituente che dovrebbe entrare in funzione mercoledì. Un organismo che – come aveva denunciato l’opposizione tornata a scendere in piazza dopo il bagno di sangue di domenica – il Presidente intende utilizzare per eliminare tutto quanto costituisca un ostacolo sul cammino della sua versione del chavismo.
“Quel che sta facendo Maduro è spingersi verso la radicalizzazione, rende più dura la sua posizione politica con il trionfo della Costituente e utilizza la Costituente come una minaccia contro l’avversario” spiega l’economista Luis Vicente Leòn.
Nella sola giornata del voto le vittime degli scontri in tutto il Paese sono state almeno 10. Un bilancio che porta a oltre 100 i morti nelle manifestazioni a partire dal 1 di aprile.
“Siamo in presenza di un delitto di lesa umanità, commesso in maniera sistematica e costante sin dalla convocazione anticostituzionale di un’Assemblea Costituente da parte del Presidente” ha denunciato il Procuratore Generale della Repubblica Luisa Ortega Diaz.
Nel suo primo discorso dopo il voto Maduro ha annunciato che l’organismo servirà per prendere misure proprio contro la Procuratrice Generale, i dirigenti dell’opposizione, la stampa indipendente. E ovviamente contro il Parlamento, nei cui locali dovrebbe installarsi. Il Presidente del Parlamento Julio Borges ha già avvertito che si sta andando verso “uno scenario molto probabile di scontro violento”. Gli Stati Uniti intanto hanno adottato sanzioni dirette contro il Capo dello Stato venezuelano, bloccando ogni asset da lui posseduto o a lui riconducibile.