Dopo aver pagato una cauzione di 50.000 euro, Santi Vila è uscito dal carcere. L’ex consigliere della Generalitat catalana, che si era dimesso il giorno prima della dichiarazione di indipendenza di Puigdemont, aveva deciso di farsi rinchiudere per 24 ore nella prigione di Estremera, a Madrid, in segno di solidarietà con i suoi sette ex colleghi accusati di tentata secessione della Catalogna dalla Spagna e finiti dietro le sbarre.
“Credo siano state prese misure sproporzionate – ha detto ai giornalisti appena uscito di prigione – noi speriamo che, alla fine, tutti quanti ci impegnamo davvero a mettere fine a questa situazione tanto terribile che, e ne sono convinto, tutti i democratici del mondo non capiscono”.
Sempre questo venerdì la magistratura spagnola ha respinto la richiesta di scarcerazione di Jordi Sànchez e Jordi Cuixart. I leader rispettivamente dell’Assemblea Nazionale Catalana (ANC) e di Ómnium, le due più importanti organizzazioni indipendentiste della società civile catalana, sono accusati di sedizione e da diciotto giorni sono rinchiusi a Soto del Real, a una quarantina di chilometri da Madrid.
Intanto il portavoce del governo spagnolo ha confermato che gli otto membri del ‘Govern’ catalano, destituito da Madrid, arrestati giovedì potranno presentarsi alle elezioni del 21 dicembre. Per loro infatti non c‘è una condanna e di conseguenza l’interdizione dai pubblici uffici.
Per quel che riguarda Carme Forcadell la presidente del Parlamento di Catalogna dovrà ripresentarsi davanti al Tribunale supremo per essere ascoltata dalla magistratura il prossimo 9 novembre.
Questo venerdì in tutta la regione si sono registrate manifestazioni contro gli arresti degli esponenti del governo locale decisi dall’Audencia Nacional.