Roma, 18 mag. (askanews) - Garantire a tutti l'accesso alle cure necessarie per prevenire e curare le patologie della vista, ridurre le liste d'attesa per la nuova chirurgia della cataratta, incrementare del 70% la cura delle maculopatie. Sono alcuni dei temi al centro del 20° Congresso Internazionale della SOI Società Oftalmologica Italiana in programma a Roma dal 25 al 27 maggio, illustrati dal suo presidente Matteo Piovella."Prima di tutto la base - dichiara Matteo Piovella, presidente della Società Oftalmologica Italiana-SOI - la visita oculistica oggi è cambiata, non possiamo avere più un modello riferito agli anni '60 delle mutue, oggi la visita oculistica deve essere comprensiva della diagnostica per immagini, cioè delle nuove attrezzature che ci permettono di fare diagnosi con la precisione di un millesimo di millimetro. L'altra cosa innovativa è che le chirurgie sono diventate straordinarie, quasi un miracolo. Oggi con l'intervento di chirurgia della cataratta, che prima o poi tutti dobbiamo fare, esiste un'opportunità routinaria di eliminare tutti i difetti di vista, sia quelli da lontano che la presbiopia. E' il sogno di ogni paziente, anche perché eliminando i difetti di vista le persone raddoppiano la qualità della loro funzione visiva e questo è impagabile. Da ultimo abbiamo il problema delle maculopatie, qualcosa che colpisce una persona su tre dopo i 70 anni e che se non curata adeguatamente impedisce di leggere un estratto conto bancario e quindi limita estremamente l'autonomia delle persone. Quindi oggi - conclude - noi abbiamo la consapevolezza che abbiamo la possibilità di salvare la vista alle persone, molto più di prima ma che organizzativamente, burocraticamente e praticamente non siamo in grado di farlo".Un appello dunque affinché si trovi il modo di superare le criticità che da anni l'assistenza oftalmologica pubblica incontra nel nostro Paese. Problema legato alle risorse destinate al Servizio sanitario nazionale, come ha evidenziato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe."Noi oggi abbiamo un Servizio sanitario nazionale fortemente sottofinanziato. La media della spesa pubblica pro capite - ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - di fatto ci colloca primi davanti soltanto alla Spagna, al Portogallo, alla Grecia e a tutti i Paesi dell'Europa dell'Est, è evidente che questo si riflette nel mancato accesso alle tecnologie che non riescono a entrare nel nostro Ssn pagate dal sistema pubblico e, in particolare, su quello che è il grande nodo del personale e l'insieme di queste due criticità poi si traduce in grosse difficoltà nell'erogare le prestazioni allungando le liste di attesa per i cittadini che spesso poi sono costretti ad andare nelle strutture private".